Project Description

La chiesetta, ora parte della parrocchia di San Pietro, fu a lungo sussidiaria della parrocchia di Santa Maria del Cerro. Va detto tuttavia che è di proprietà privata: appartenuta a lungo ai Visconti, divenne di patronato Rosnati nella prima metà dell’Ottocento e sul finire del secolo passò a Francesco Mozzati: la famiglia Mozzati ne è tuttora proprietaria. Non è un edificio a sé stante ma è collegato ad un complesso di abitazioni coloniche e, in due corti limitrofe, si possono notare altrettanti pozzi, di cui uno ha conservato l’originaria struttura cinquecentesca.

Cenni storici

L’oratorio fu costruito intorno al 1560 per volere di Paolo Maria Visconti, signore di Cassano Magnago, ad uso dei coloni della cosiddetta “Villa Nuova”, al confine meridionale con Cedrate, vicino ad un torrione ancora esistente.

Secondo la descrizione di Padre Leonetto Clivone – delegato dell’arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo – si trattava di un edificio “di recente costruzione”, di circa sei metri per cinque, a volta e “suolato”, con un solo altare e un piccolo pilastro sopra il tetto che reggeva una campana.

L’oratorio fu poi visitato dal cardinale Federico Borromeo nel 1622: l’altare appariva malconcio e la cappella presbiteriale angusta, tanto che fu ordinato di allargarla. Fu comunque giudicato di forma elegante e in condizioni accettabili.

Agli inizi del Settecento aveva già subito diversi mutamenti: era stato allungato di circa tre metri, probabilmente sacrificando il piccolo atrio posto davanti all’ingresso, nella nicchia dietro all’altare vi era un’immagine dell’Addolorata che abbraccia il Cristo morto (ora scomparsa) ed era stato acquisito il gruppo marmoreo della Vergine col bimbo. Successivamente venne costruita la sacrestia e furono dipinti due affreschi sulla facciata.

Verso la fine dell’Ottocento appariva in pessimo stato e fu la famiglia Mozzati che si occupò di restaurarlo e di ampliarlo, portandolo a 110 metri quadrati.

La chiesa oggi

L’oratorio si presenta tinteggiato di un particolare coloro rosso, con finiture bianche: una singolare annotazione del 1684 già lo descriveva come “casula colorum albi et rubei”.

Sulla facciata spiccano due affreschi del Settecento raffiguranti San Bernardo (a destra) e San Paolo (a sinistra), recentemente ridipinti, e una lunetta in terracotta raffigurante una maternità, opera dell’artista locale Angelo de Natale.

All’interno la volta, originariamente in mattoni a vista, è stata successivamente intonacata; sulla controfacciata, sopra il portone d’ingresso, un antico crocifisso ligneo.

Sulle due pareti laterali, sono appese quattordici formelle della Via Crucis in ceramica smaltata, bianche e azzurre: di fattura pregevole, sono state prodotte da uno scultore della zona, Muzio Merelli, per la chiesa di San Pio X e solo in epoca recente trasferite qui.

Se l’oratorio merita una visita è in particolare per la preziosa opera d’arte ivi esposta, a destra dell’altare: La Vergine col Bimbo, gruppo marmoreo tardoromanico. Varie le ipotesi relative alla sua provenienza: per alcuni, potrebbe giungere da una chiesa più antica poi demolita o da una non meglio precisata Villa Visconti; per altri provenire dalla scuola di scultura annessa alla Fabbrica del Duomo, datandola all’inizio del Quattrocento; altri ancora sostengono si tratti di un dono dell’Arcivescovo San Carlo Borromeo.

Bibliografia

Marco Pippione: “Cassano Magnago: la nostra storia”, Ed. Crespi