VI dopo il martirio – San Maurizio
Festeggiare il patrono
Oggi, come tutti sappiamo, è la festa di San Maurizio. Patrono della città, patrono della comunità pastorale, il martire Maurizio, con tutti i commilitoni della legione Tebea preferì il martirio ad una rinuncia alla fede. Da che cosa erano spinti San Maurizio e i suoi compagni? Perché, invece di rifiutare la fede e tenere stretta la loro vita, preferirono fare il contrario? Io credo che fu proprio la speranza a guidarli. La speranza della vita eterna, meta verso la quale si dirige ogni cristiano, la speranza della vita nuova in Cristo che avrebbero ricevuto dopo il loro martirio, fu ciò che tenne tutti saldi e fermi nel loro proposito. Maurizio fu guida sicura per i suoi commilitoni: fu lui a sostenere la forza della loro fede, fu lui a indicare a tutti la meta della vita eterna verso la quale erano diretti, fu lui ad essere, anche nel momento supremo della morte, guida sicura per i loro passi.
San Maurizio esempio per i credenti
Credo che l’esempio di San Maurizio si addica a ciascuno di noi credenti che iniziamo a vivere questo anno pastorale che diventerà anche anno giubilare. Il Giubileo ordinario del 2025 dovrà servire a ciascuno di noi per vivere bene il richiamo alla vita eterna, speranza alla quale siamo chiamati, cuore di tutta la vita cristiana. Se avremo questa speranza nel cuore, vivremo di conseguenza, non attaccandoci alle cose, non avendo per scopo altro che l’incontro con Cristo. Se la vita tenderà a questo, sapremo davvero cosa dire, cosa fare, come vivere tutte le cose, anche quelle ordinarie, della vita. Tutto dovrà dirigere i nostri passi all’incontro con Cristo.
San Maurizio patrono della città
Di che cosa ha bisogno la nostra città? Evidentemente, le risposte potrebbero essere molte. Ciascuno potrebbe dare una risposta in base a quello che coglie della vita civile. Credo però che a tutti sia necessaria una cosa. In un tempo, che qualifichiamo come tempo di poche certezze, per non dire di molte incertezze, occorre un chiaro punto di riferimento, una chiara certezza alla luce della quale far muovere tutte le altre cose. Credo che tutti dovremmo compattarci in quella “ricerca del bene comune” che, di anno in anno, la comunità pastorale sta cercando di mantenere viva per tutti. In questo anno dedicato alla speranza, credo che tutti potremmo vivere una cura della città – ciascuno per quanto gli compete – che possa diventare occasione di speranza. Una casa curata, una città dove tutti si danno una mano per agire per primi, invece di rivendicare diritti, può essere per tutti occasione di speranza. Invece di disperderci nella cura degli interessi personali o nella ricerca di realtà che poco hanno a che fare con le nostre radici e la nostra cultura, inviterei ciascuno a riscoprire le ragioni del vivere insieme e, in esse, del fattivo darci una mano per il decoro pubblico. Sarà un piccolo segno di speranza, ma credo che sia una modalità attraverso la quale esercitarci nella ricerca di ciò che unisce e non, invece, di soffermarci su ciò che divide.
Il Vostro Parroco,