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VIII dopo Pentecoste

Uno sguardo sul tempo liturgico

In mezzo all’estate, vorrei che il nostro appuntamento settimanale fosse un modo per suscitare, comunque, qualche riflessione e, anche se non siamo in un momento di grande attività pastorale, un minimo di preghiera, per continuare a sentire che il Signore ci accompagna.

Cosa cerchiamo?

Certo, dipende dall’età! Nelle diverse età della vita cambia il modo di sentire, di vedere le cose, di desiderare. Il vangelo di oggi ci dona però di capire che, fino a quando le forze non sono venute meno o fino a quando non sono giunte quelle condizioni di vita che spengono qualsiasi velleità, qualsiasi desiderio, noi siamo fatti per desiderare. Lo dice bene il carattere e il modo di sentire della madre di Giacomo e di Giovanni ma, in fondo, anche gli stessi apostoli. Anche loro hanno avuto desiderio. Talvolta anche desideri molto umani, desiderio di primeggiare, desiderio di “carriera”. Mentre questo suscita l’invidia degli altri, il Signore non si stupisce. Sa come è fatto il cuore dell’uomo. Sa cosa l’uomo può desiderare. Gesù dona un altro insegnamento di vita. Il cuore dell’uomo è fatto anche per servire. Nel servizio, molto spesso, sta la realizzazione di ogni capacità dell’uomo. Servire, insegna il Signore, è già occasione per vivere pienamente la propria libertà. Mettersi a disposizione degli altri può anche essere molto faticoso ma, alla fine, è anche molto appagante. Certo è anche gratificante, perché un uomo può sentire e vedere come le proprie forze, le proprie energie, vengono finalizzate a qualcosa di grande, di vero, di utile.

Per noi

Che cosa stiamo cercando in questo momento della nostra esistenza? Cosa possiamo fare di buono in questa età della vita? Credo che tutti dobbiamo domandarci queste due cose. Intanto per vedere cosa c’è nel nostro cuore, cosa desideriamo nel profondo della nostra anima. Senza stupirci se dovessimo riscontrare che anche noi abbiamo ancora desideri di carriera, di realizzazione della vita, di guadagno personale… Cose tutte delle quali non dovremmo mai vergognarci ma, al massimo, dovremmo metterci davanti al Signore con serietà, per capire cosa Dio stia dicendo, anche attraverso queste cose, alla nostra vita. In secondo luogo, credo sia bene chiederci cosa possiamo fare per servire gli altri. Penso che, nelle nostre famiglie, ci siano molti servizi generosi, gratuiti che si fanno per i figli, per i nipoti. Realtà piccole e bellissime allo stesso tempo, che, spesso, mettono anche alla prova la resistenza di chi ha qualche anno in più… lasciando anche molta stanchezza fisica ma una grande pace interiore: mettersi a diposizione della famiglia è una realtà grandissima. Penso anzitutto a questo modo di servire gli altri perché ci avviciniamo alla festa di Sant’Anna. Data scelta dal papa per la festa dei nonni. Festa che ha almeno tre date: il papa, appunto, vorrebbe che fossero festeggiati in questa ricorrenza; altri preferiscono il 2 ottobre, giorno degli angeli custodi; altri il 2 febbraio, giorno dei Santi Simeone e Anna. Credo che ci sia solo l’imbarazzo della scelta! Io personalmente credo che la scelta del papa sia la più appropriata, anche se accade in mezzo all’estate. Proprio alla grande intercessione dei nonni di Gesù chiediamo al Signore la grazia di saperci mettere a servizio degli altri, magari anche nelle piccole cose. È questo, certamente, un modo per sentirci utili e per imparare a desiderare le cose più importanti e sante della vita, quelle che ci possono illuminare anche nella stagione ultima dell’esistenza, quella che prelude alla vita eterna. ultimo desiderio della vita cristiana.

Il Vostro Parroco,