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Domenica prenatalizia

Il Nostro sguardo, che si è disteso sopra il panorama dei Popoli, non può non fermarsi ancora sopra un altro supremo bisogno dell’umanità: la pace.
Ce ne suggerisce il ricordo la stessa festività del Natale, che, come tutti sappiamo, a noi si presenta come un messaggio di pace, calato dal cielo sulla terra per tutti gli uomini di buona volontà. Ma ci sentiamo ancor più obbligati a fare oggetto dei Nostri voti natalizi la pace dal duplice fatto che, in primo luogo, ne avvertiamo ormai come insopprimibile il bisogno nella coscienza delle generazioni nuove: i giovani vogliono la pace! E in secondo luogo che vediamo come la pace è tuttora debole, la pace è tuttora fragile, la pace è tuttora minacciata, e, in non pochi punti della terra, per fortuna circoscritti, è violata! La Nostra osservazione si fa trepidante per altre ovvie considerazioni: la pace, oggi, è più fondata sulla paura che sull’amicizia; è più difesa dal terrore di armi micidiali che dalla mutua alleanza e fiducia fra i popoli! E se la pace fosse, Dio non voglia, domani interrotta, la rovina dell’intera umanità è possibile. Come possiamo celebrare un Natale sereno con tale minaccia sospesa sulle sorti del mondo? Perciò il Nostro augurio si fa stringente preghiera a tutti gli uomini di buona volontà, sì, a tutti gli uomini responsabili nel campo della cultura e della politica di porsi come fondamentale il problema della pace. Della pace vera, non di quella esaltata da un’ipocrita propaganda per addormentare l’avversario e nascondere la propria preparazione bellica; non di quella imbelle e retorica, che rifugge dalle indispensabili, pazienti, estenuanti, ma solo efficaci trattative; non di quella fondata soltanto sul precario equilibrio di interessi economici contrastanti, o sul sogno di orgogliose egemonie. Della pace vera, diciamo, che fonda la sua sicurezza nella saggia abolizione, nella temperanza almeno delle cause da cui può essere compromessa, come l’orgoglio nazionalistico o ideologico, la corsa agli armamenti, la sfiducia nei metodi e negli organismi istituiti per rendere ordinata e fraterna la convivenza tra i popoli. Pace, pace nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore, Noi auguriamo!

San Paolo VI, Natale 1963

Con gli auguri del Parroco, di don Emanuele, don Germano, don Francesco, don Tullio, don Antonio e delle Madri Canossiane