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II dopo il martirio

Nel nuovo anno pastorale

Con venerdì ha preso ufficialmente il via il nuovo anno pastorale. Non mancheranno le occasioni per riflettere sulla lettera pastorale che il Vescovo ci ha consegnato proprio ieri. Lettera che presenterò al consiglio pastorale e alla comunità educante il prossimo sabato.

In comunione

Il vangelo di oggi è tutto centrato sulla comunione. Gesù afferma a chiare lettere che tutta la sua vita e tutto il suo ministero sono in comunione con il Padre. Anzi, la sua predicazione si spinge ben oltre. La comunione con il Padre è così forte che nemmeno la morte può spezzare la loro unione. La risurrezione di Cristo viene così anticipata da questa catechesi del Signore che già spiega al discepolo presente e al credente di ogni tempo, che la sua risurrezione sarà l’affermazione più vera e più forte di questa comunione. In questa comunione, secondo l’insegnamento anche di San Paolo, è attratto ogni uomo. Comunione che sarà per tutti perfetta nel mistero della risurrezione della carne, ma che viene anticipata già in questa vita da tutti i segni di comunione che i credenti possono dare.

15 anni di comunità pastorale

Come vi ho anticipato anche nel notiziario della scorsa settimana, viviamo il 15° della comunità pastorale. È un momento importante. Anzitutto perché gli anniversari vanno sempre sottolineati e festeggiati, poi perché è sempre un momento buono per fare qualche bilancio, accendere qualche ulteriore luce, mettere tutto sotto la grazia dello Spirito Santo per rilanciare il cammino. Pongo quindi domande:

Cosa sostiene la nostra comunione?

La Parola di Dio ha parlato con grande chiarezza. A far sorgere e a mantenere la comunione tra noi è la fede. La partecipazione al Battesimo, il rinnovarsi della fede nell’Eucarestia che celebriamo, è il fondamento della comunione nella Chiesa. Prima di ogni differenziazione possibile, noi tutti siamo battezzati e ci alimentiamo continuamente al Corpo e al Sangue di Cristo. Ecco l’origine della comunione tra noi che è opera dello Spirito Santo e che a noi viene lasciata come compito. Poiché il Signore ci attira nella sua comunione, noi dobbiamo realizzare con i segni dell’uomo questa realtà.

Quali sono i segni della comunione?

Il segno più forte della comunione è la pace. Quella pace che è frutto dell’armonia ricercata sempre. Giustamente il rito ambrosiano, liturgicamente, antepone il gesto della pace all’offertorio, basandosi proprio sula parola id Cristo: “se dunque ti presenti all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono e và prima a riconciliarti con il tuo fratello” (Mt 5, 23-24). Una comunità che sa continuamente rappacificarsi è una comunità nella quale si ricerca, e perciò si vive, la comunione.

Cosa fare per migliorare la comunione?

Le scritture di oggi sono molto chiare in proposito. Si vive la comunione tra gli uomini quando si vive la comunione con Dio. Ricercare la comunione con Dio nella preghiera, nell’esercizio spirituale, nella messa, diventa il modo migliore per continuare ad attingere a quella sorgente che rende possibile il cammino di comunione tra gli uomini. Pertanto, se vogliamo migliorare la comunione tra noi, abbiamo bisogno di ricorrere continuamente a quella sorgente che rende vera la ricerca della pace.

Chiediamo al Signore, per intercessione di San Maurizio, di rendere sempre più vero e sempre più forte il nostro cammino di comunione, per essere sempre più consapevolmente comunità pastorale che vive con Cristo e cammina verso di Lui.

La celebrazione della prossima festa di San Maurizio ci veda sempre più impegnati in questo cammino.

Il Vostro Parroco,