I dopo il martirio
Nel nuovo anno pastorale
Quando inizia il mese di settembre, tutti avvertiamo che c’è un po’ un’aria di nuovo inizio: si torna dalle ferie; si ricomincia il lavoro o lo si è già ricominciato da qualche giorno ma in un’ottica di attesa della “grande ripartenza”; si ricomincia la scuola; riprendono le attività sportive agonistiche… Tanti segni che ci portano a vivere la stagione che inizia con un senso di novità o perlomeno di “una nuova stagione”. Anche ecclesialmente noi milanesi viviamo la data dell’8 settembre come la data dell’inizio del nuovo anno pastorale e stiamo attendendo la parola del Vescovo che guida tutte le nostre comunità in questo nuovo inizio di attività. Come entrare in questa nuova settimana? Dalle tre letture ho scelto tre citazioni.
Tre parole per un nuovo inizio
“Chi vorrà essere benedetto nella terra, vorrà esserlo per il Dio fedele” (Isaia nella lettura).
“Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente” (San Paolo nell’epistola).
“Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure” (Vangelo)
La catechesi per noi
Noi vogliamo sentirci benedetti dal Dio fedele, desideriamo che le nostre opere abbiano un fondamento chiaro e forte, vogliamo che tutto ciò che facciamo abbia un senso. Dove trovare questo senso se non in Dio? Ecco perché è bello iniziare, o far iniziare simbolicamente, tutte le nostre attività mettendole sotto la protezione di Dio e di Maria Santissima. È questo il senso che diamo ad un inizio. Preghiamo perché, come diceva Sant’Ignazio di Loyola, “tutte le nostre attività possano avere origine in Dio e in Lui trovare il loro compimento”.
Anche noi ci sentiamo “bisognosi di cure” nel senso che vediamo bene che molte cose non vanno come dovrebbero, molti valori si stanno perdendo, molte cose della vita non hanno quel senso che dovrebbero avere. Sappiamo bene, come anche le ultime domeniche estive ci hanno aiutato a capire, che questo accade per una perdita generale del senso della fede. La cura di cui abbiamo bisogno è proprio questa: abbiamo bisogno di ritrovare il Signore, abbiamo bisogno di rimettere al centro della vita la nostra fede. È quello che l’inizio dell’anno pastorale ci aiuta a dire e a fare.
Questo, però, comporta anche che noi, come diceva San Paolo, sappiamo chiaramente distinguere le cose che sono buone e realizzano la persona umana da quelle che l’avviliscono, la opprimono, la derubano di quella speranza che dovrebbe essere nel profondo del loro cuore. Anche Papa Francesco, nell’Angelus di domenica 20 agosto, ci ha richiamato alla chiarezza sui principi, sui quali non bisogna mai transigere, senza rigidità della vita, perché, poi, nelle realtà in cui viviamo, tutti dobbiamo essere comprensivi ed anzi dobbiamo essere strumenti di quella Misericordia di Dio che supplichiamo per noi stessi.
Vorrei proprio, carissimi fedeli, che l’anno pastorale che inizia avesse queste tre caratteristiche: vorrei che ci sentissimo benedetti dal Signore, vorrei che ci sentissimo da lui radunati, vorrei che ci impegnassimo al massimo per favorire la crescita del bene tra noi.
Comunità pastorale da 15 anni
Tutto, a partire da questo mese di settembre, con la festa di San Maurizio nostro patrono, sarà segnato dal 15° anno di vita della comunità pastorale, ricorrenza che sarà celebrata con tanti eventi e molte iniziative di preghiera e di riflessione del prossimo anno pastorale. Approfittiamo di questa ricorrenza per rimotivare il nostro appartenere alla Chiesa, alla comunità locale, al popolo di Dio!
Il Vostro Parroco,