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9a dopo Pentecoste

Nella storia della salvezza

Sempre nella rilettura della storia della salvezza, incontriamo la grande figura di Davide.

Sei tu quell’uomo!

Davide il grande re, Davide il compositore dei salmi, Davide il guerriero che espande il suo regno al massimo. Davide l’uomo forte, ma con un grande debole: le donne! Benché avesse già più mogli, egli non cede alla tentazione della bellissima Betsabea, moglie di un suo caro amico, Uria, che Davide farà uccidere dopo che la donna rimane incinta. Davide l’uomo infedele, Davide l’uomo che tradisce l’amicizia, Davide il mandante di un omicidio! Chi è Davide? L’uno o l’altro? L’uno e l’altro? Quasi che i due aspetti contrastanti si fondano nella sua persona? Io credo che dalle letture di oggi emerga con chiarezza che Davide è come tutti: un peccatore. Un peccatore che, però, viene perdonato. Il profeta, che raccontandogli la breve parabola che leggiamo nella prima lettura smaschera i suoi peccati, porta a Davide il perdono di Dio. “Tu non morirai”, diceva il profeta Natan al re smascherato nei suoi peccati. La clemenza di Dio è sempre più grande di ogni peccato. Anche per le medesime fattispecie di quelli di Davide.

Così come anche il Vangelo ci mostra, ancora una volta, il volto misericordioso del Signore che sa premiare l’intraprendenza di amici che accompagnano un paralitico e che, per metterlo alla sua diretta presenza, non esitano a scoperchiare il tetto. Gesù apprezza il loro gesto e concede quella remissione dei peccati che è simboleggiata dal miracolo che ridona a quest’uomo la salute del corpo.

La catechesi per noi

Questa Parola di Dio aiuta tutti noi. Non solo perché tutti possiamo ripensare alla grazia di Dio presente nelle nostre vite attraverso il suo perdono, ma perché dice a noi chi siamo. Noi tutti siamo come Davide, dei peccatori che continuamente vengono perdonati. Forse anche noi commettiamo peccati gravi come quelli di Davide. Non c’è da temere. Se vediamo Davide già nella gloria di Dio e coronato della sua santità, perché dovremmo temere noi? Forse siamo più fortunati e non siamo proprio al livello di Davide. È una grande grazia. Non vantiamocene, non prendiamoci meriti che non sono solo nostri ma della grazia che lavora in noi. Piuttosto rimettiamo anche il nostro peccato nelle mani di Dio. Continuiamo a supplicare la sua misericordia perché possa portare frutto nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra anima.

Così vi invito ad approfittare, anche quest’anno del perdono di Assisi, l’indulgenza che San Francesco volle perché tutti potessero avere, almeno una volta all’anno, la possibilità di un’indulgenza plenaria stando a casa propria, senza dover pellegrinare da qualche parte.

Indulgenza plenaria che è concessa ancora oggi alle medesime condizioni: dalle ore 12.00 del 1° agosto a tutto il 2 agosto visita ad una chiesa parrocchiale (San Giulio, Santa Maria, del Cerro, San Pietro) con partecipazione alla S. Messa, comunione sacramentale, recita del Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del papa e un’opera di carità; entro gli 8 giorni (antecedenti o conseguenti) la confessione sacramentale.

Approfittiamo di questo dono. Accostiamoci alla misericordia di Dio con la sincerità di Davide e anche sorretti dal suo esempio. Non esitiamo a rimettere tutti i nostri peccati nelle mani di Dio.

Ne va della nostra salvezza eterna!

Il Vostro Parroco,