II Domenica di Pasqua
Percorsi di gioia
Con questa domenica iniziamo a vivere le domeniche “di” Pasqua. Dopo la grande celebrazione della settimana scorsa, ecco altre 6 domeniche che ci aiutano a vivere meglio la gioia pasquale. Nasce così un percorso di luce e di gioia:
oggi, 2° domenica di Pasqua, la liturgia ci parla della “gioia del dubbio”: poi, nella 3° domenica, la “gioia dell’alleanza nell’Eucarestia”; poi la 4° domenica, con al figura del buon pastore, ci parlerà della “gioia della vocazione”; la 5° mettendo al centro la figura dell’apostolo Giuda, non l’iscariota, ci parlerà della gioia dello stile di vita cristiano”; poi la 6° domenica, quella dopo l’Ascensione, della “gioia per la pace nel cuore”; infine, la 7° domenica, con i discepoli di Emmaus, ci parlerà della “gioia dell’essere servitori e collaboratori della gioia”. Sono tutti atteggiamenti di gioia che ci aiuteranno a vivere, a incarnare la gioia della Pasqua, per evitare che parliamo di gioia da celebrare senza poi viverla nel quotidiano della nostra vita e delle nostre azioni.
La gioia del dubbio
Con questa affermazione intendo riferirmi alla vicenda di San Tommaso, il secondo autorevole testimone della risurrezione che incontriamo dopo Maria di Magdala. Il suo dubbio è una posizione fondatissima. Tommaso evita accuratamente che la gioia che sta coinvolgendo gli altri diventi anche sua se prima non ha visto il segno dei chiodi e delle ferite sul corpo del Signore. Tommaso non dubita superficialmente. Piuttosto insegna a non credere con leggerezza, ad andare a fondo delle cose e soprattutto della ricerca di fede. Egli è molto coerente: permane nel cenacolo, rimane nella compagnia degli altri che hanno già visto il Signore anche se a lui non è ancora toccata questa esperienza e questa gioia. È un discepolo che vive la fedeltà, che vive la perseveranza. Non è uno che si stacca dal Signore facilmente, e nemmeno uno che crede solo perché lo hanno detto gli altri. È uno che vuole arrivare da solo alla medesima meta, con i suoi dubbi, con la sua ricerca, con il suo percorso, con i suoi tempi.
Noi e la gioia del dubbio
Questo atteggiamento può essere anche nostro. Se il dubbio deve trasformarsi in gioia, non deve essere però quel dubbio superficiale, che spinge molti a trincerarsi dietro comode scuse per non credere. La gioia che deve essere anche nostra è la gioia di chi ricerca, di chi, come Tommaso continua a rimanere nel gruppo dei credenti, la gioia di chi continua a cercare, nonostante tutto. Troppo comoda la posizione di chi smette di credere perché non pensa! Troppo comodo smettere di credere per le critiche che si leggono, che si sentono da altri! Tommaso ci insegna che il vero dubbio che ci deve coinvolgere è quello che ci apre alla ricerca, all’ascolto costante della Parola di Dio, alla fedeltà della celebrazione dell’Eucarestia, che sono tutti quei sostegni che, se presi sul serio, aprono la strada per la risposta a qualsiasi dubbio e a qualsiasi difficoltà della fede. Il dubbio si trasforma in gioia per chi fa qualcosa per uscire da esso. Il dubbio di chi abbandona la pratica della fede, di chi si lamenta per ogni cosa che coinvolge la chiesa, di chi smette di stare nel gruppo dei discepoli che pregano, è la posizione comoda di chi, in fondo, non cerca altro che scuse per andarsene. Il dubbio diventa causa di gioia solo per chi rimane, per chi continua nonostante tutto a cercare, per chi si consegna a Dio con profonda umiltà.
Che dubbio di fede viviamo? Che gioia vogliamo attingere da questa Pasqua? I nostri dubbi di fede ci fanno permanere nella posizione dei discepoli che cercano comunque l’incontro con Dio? proviamo a pensarci perché solo questa è la strada da percorrere se vogliamo essere veri cercatori di gioia.
Il Vostro Parroco,