5a dopo l’Epifania – festa di San Giulio
Il senso della festa
Le nostre tre parrocchie, ma in realtà ciascuna chiesa, hanno la loro festa patronale. Oggi siamo in festa per la chiesa di San Giulio, che è una festa puramente spirituale. Non abbiamo cose da organizzare, pranzi da vivere insieme, eventi a cui partecipare. La festa di San Giulio è caratterizzata più che mai dalla preghiera: veniamo dalle giornate eucaristiche alle quali molti di voi hanno partecipato con affetto e slancio del cuore.

La catechesi
Anche oggi mi pare che la Parola di Dio ci aiuti a continuare quella catechesi sulla preghiera che dura da tutto l’anno pastorale:
- siamo ancora a Cana di Galilea, quindi il luogo che è sinonimo di gioia. Anche questo secondo miracolo è, di fatti, una fonte di gioia.
- Abbiamo un uomo disperato, un funzionario del re, che sta pregando Gesù per il proprio figlio malato. Non ha propriamente la fede di Israele, ma è un papà disperato, che prega per suo figlio perché non sa più cosa fare e non vuole lasciare niente di intentato di fronte alla probabile morte di un figlio.
- Gesù sembra quasi allontanare quest’uomo, ricordando che tutti chiedono sempre segni per credere. Gesù stigmatizza il modo di fare di chi, invece di credere, quasi provoca Dio chiedendo segni, miracoli, guarigioni.
- Eppure, il segno avviene. Avviene però con una esplicita richiesta: quella di credere alla parola. Così fa il funzionario del re: si dirige verso la sua casa convinto di quello che il Signore farà. Ed è così che ottiene la guarigione di quel figlio ancora in tenera età, destinato alla vita e non alla morte.
Un richiamo
Credo che questo vangelo ci inviti ad esaminarci proprio mentre mettiamo al centro della nostra fede l’Eucarestia. Anzitutto credo che il vangelo ci abbia detto che la nostra eucarestia deve essere occasione di incontro con Dio e, quindi, occasione di gioia. Noi siamo gioiosi per la Messa? Non è forse vero che spesso la viviamo come un peso? Forse molto dipende da come è organizzata – lettori, canti, ma anche bellezza e decoro della chiesa… – ma molto dipende da noi. Il vangelo ci richiama a fare della Messa il mistero di un incontro: l’incontro della nostra anima con Dio. Se questo si realizza, qualsiasi Messa, anche quella più trasandata (speriamo siano poche!) è comunque incontro con Dio, è comunque occasione di gioia. Da qui una prima consegna: facciamo della Messa un’occasione per gioire!
Un secondo richiamo: impariamo a fidarci di Dio e della sua parola, come il funzionario del re. Noi spesso mettiamo alla prova Dio, vogliamo segni per vedere se è il caso di credere. La fede funziona esattamente al contrario: siamo chiamati a credere con il cuore ad una parola che riscalda, dilata, avvolge il cuore. Questi giorni spero siano stati così per ciascuno di noi. Ma dovrebbe essere così sempre! Infine noi tutti ricordiamo una caratteristica particolare di San Giulio: essere costruttore di chiese. Secondo la tradizione avrebbe costruito 100 chiese, tra cui la nostra e quella dell’isola di San Giulio, luogo dove riposano i suoi resti mortali. Essere costruttori di chiese è qualcosa che riguarda anche noi da vicino. Non nella materialità dell’opera, ma nella spiritualità della fede. Costruire una chiesa oggi credo significhi almeno due cose: creare luoghi di preghiera, anzitutto. È l’impegno dell’anno e mi pare che non stiamo perdendo occasione per richiamarlo. In secondo luogo, dobbiamo costruire relazioni vere tra noi, perché questo è il secondo polmone della chiesa, della fede, il secondo cardine dell nostra esistenza cristiana. Interceda per noi San Giulio e ci doni di vedere esaudite queste nostre preghiere.
Il Vostro Parroco,