Santa famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria
Famiglia ed Eucarestia
Mi piace sostare sulle parole che leggeremo nell’Epistola di oggi: “E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre”.
La catechesi
Come sempre vogliamo fare in modo che sia la Parola di Dio ad istruirci.
Ogni famiglia, ci dice San Paolo, è chiamata a rendere grazie, ovvero a pregare. In questo anno tutto dedicato alla preghiera, spesso ci richiamiamo, anche in famiglia, al “dovere” della preghiera. “Dovere” nel senso che ogni battezzato, per continuare a rendere fruttuosa la sua fede, è chiamato a lodare il Signore. Come?
“Rendendo grazie”, ci dice San Paolo, ovvero utilizzando tutte quelle forme di preghiera che ci aiutano a presentarci davanti a Dio per lodare il suo nome. Anzitutto dobbiamo fare riferimento alla preghiera personale, ma, accanto a questa, alla preghiera in famiglia. Come preghiamo in famiglia? La mia impressione è che si preghi per lo più poco, quando ci sono figli piccoli, ma, poi, non c’è molto altro. Certo ci sono alcune coppie che pregano con frequenza, ma sono poche. Vorrei che questa giornata di festa, in quest’anno così particolare, fosse per tutti un incentivo a riscoprire la forza, la bellezza, la gioia del pregare insieme, sostenendoci l’un l’altro nelle difficoltà del pregare e della vita. In questo senso San Paolo parla di “dovere” della preghiera.
Un richiamo
Ancora una volta vorrei poi che l’attenzione particolare fosse portata al tema della celebrazione dell’Eucarestia e, quindi, della S. Messa. Credo che tutti noi che partecipiamo già alla S. Messa con frequenza possiamo testimoniare quale forza e quale grazia discendono su di noi a partire dal Sacramento. Tuttavia, non possiamo negare che, anche nella nostra comunità, molte famiglie, specie tra i ragazzi del catechismo, non partecipano con frequenza alla S. Messa domenicale. Credo che occorra rimettere al centro l’incontro con il Signore. Sempre! Se la nostra fede cristiana non mette al centro Cristo, potrà ancora dirsi tale? Se non ci sarà il desiderio di sostare con il Signore almeno nel giorno della sua Pasqua settimanale, potremo ancora dire che siamo credenti? Io credo che l’incontro con il Signore sia da desiderare, da gustare, da vivere. Non è l’obbligo che salva, ma è la fedeltà che dice come si vive e come si imposta la propria fede. Per questo vorrei che tutti tornassimo a considerare l’importanza, la bellezza, la freschezza che viene nella fede dalla celebrazione frequente del Sacramento. In questa settimana che si apre, poi, avremo le giornate eucaristiche. Invito tutti, ma soprattutto le famiglie, a programmare un proprio momento di partecipazione, vuoi di celebrazione, vuoi di adorazione. Credo proprio che ci farà bene! Ci farà bene sostare davanti al Sacramento! Ci farà bene sostare per parlare con il Signore! Ci farà bene, in questa settimana, partecipare ad una S. Messa in più, per dire che non siamo solo cristiani della domenica, ma che cerchiamo, pur nei limiti delle nostre capacità e forze, di “stare” con il Signore tutti giorni, quanto più possiamo.
L’anno della preghiera deve servirci per testimoniare la bellezza del donare il nostro tempo, ma soprattutto il nostro cuore a Dio.
Ci aiuti San Giulio, patrono della comunità centrale della nostra città, esempio e modello di fede per tutti.
Il Vostro Parroco,