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III dopo l’Epifania

Una splendida catechesi sulla preghiera

Possiamo far continuare la catechesi sulla preghiera che sta segnando tutto questo anno pastorale partendo dalle scritture di questa terza domenica dopo l’Epifania che racchiude in sé la quarta manifestazione del Signore. Dopo quella dei Magi, dopo quella del Giordano, dopo quella di Cana di Galilea, ecco quella dell’Eucarestia.

La catechesi

Come sempre, ricordiamo alcuni passi essenziali per la catechesi proposta dalla Parola di Dio di questo giorno.

  • In primo piano c’è la “mormorazione” contro Mosè, perché ha portato il popolo di Israele lontano dall’Egitto, dove si era schiavi ma, in compenso, si mangiava. È questa la lamentela del popolo che provoca la preghiera di Mosè, che a sua volta muove Dio a compassione. Dio manderà la manna, il pane leggero che sostiene il popolo nel cammino attraverso il deserto.
  • Come tutti i segni del primo testamento, la manna non è altro che un rimando a ciò che avverrà in futuro. Dio istituirà, per mezzo del Signore Gesù, l’Eucarestia. La presenza non di un “pane leggero”, come nell’Esodo, ma della stessa persona di Cristo che, nel pane spezzato e nel vino consacrato, rinnova la sua presenza nel mondo. L’Eucarestia è il sostegno che Dio dona ad un popolo stanco per le cose della vita, che geme sotto il peso dell’esistenza. L’Eucarestia è il sostegno di ciascuno, in qualsivoglia momento di vita si trovi.
  • Dall’Eucarestia deve però nascere anche un richiamo alla condivisione, come dice San Paolo. Condivisione della preghiera: tutti nella celebrazione dell’Eucarestia capiamo di essere figli di Dio, uniti insieme proprio dalla presenza di Cristo. Questa unione deve spingere anche alla condivisione. Se si condivide lo stesso “pane del cielo”, se si condivide la medesima realtà spirituale che è Cristo, allora occorre poi muoversi anche verso quella comunione materiale che è la condivisione di quanto è possibile dare per le necessità degli altri.

Un richiamo

Ho l’impressione che, da molto tempo, quando si parla di solidarietà, di vicinanza, di condivisione, tutti avvertano un po’ una certa “allergia”. Ci si trincera dietro i propri bisogni, la propria necessità ma spesso mi pare che già questo sia un modo, in fondo, per ritirare la mano. Non solo. Mi pare anche che, sempre da un po’ di tempo, non ci sia quell’amore per l’Eucarestia che dovrebbe caratterizzare il popolo cristiano. Ne è prova il segno più eclatante: oggi solo pochi cristiani sentono il bisogno interiore di santificare ogni festa con la presenza eucaristica di Cristo. Le due cose, ovviamente, sono collegate. Togliendo la sorgente di ogni amore che è il dono di Cristo, ovvero l’Eucarestia, si toglie forza anche ad ogni espressione di vicinanza, condivisione, comunione… Ripartiamo da qui. Ripartiamo dalla centralità di Cristo e dell’Eucarestia. Tra poco avremo le giornate eucaristiche, segno di questa vicinanza di Dio nel Sacramento. Ma non attendiamo questo evento: impegniamoci già fin d’ora ad una maggiore attenzione al Sacramento. Se noi custodiremo l’Eucarestia nel cuore, il Sacramento custodirà noi. Impariamo a mettere sempre al centro della nostra vita il “pane della vita”: da questa presenza nascerà la forza della condivisione, il rispetto per i bisognosi, l’attenzione a donare ciò che siamo e ciò che abbiamo per sovvenire le esigenze degli altri. Dove c’è un cuore che ama l’Eucarestia nascono i veri miracoli della carità.

Il Vostro Parroco,