I di Avvento
Sei atteggiamenti di preghiera
Vorrei rileggere insieme con voi le Scritture di queste prossime sei domeniche di Avvento cercando in esse la traccia per approfondire sei atteggiamenti di preghiera utili per ben celebrare il Natale che, da oggi, iniziamo a preparare. Il primo di questi è la perseveranza.

La perseveranza nella preghiera
“Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime…”. È il vangelo di oggi che ci suggerisce questo atteggiamento, ma, in realtà, è tutto il Vangelo che sostiene e suggerisce la perseveranza nella preghiera come atteggiamento del credente maturo che attende la venuta del Signore. Gesù non ha mai chiesto di pregare “bene”, oppure “concentrati”, anche se, ovviamente, queste qualità della preghiera possono essere raccomandate, da ricercare ed utilissime. Piuttosto il Signore ci ha chiesto di “pregare sempre”, oppure di “pregare senza stancarci mai”. Espressioni che ci ricordano la perseveranza nella preghiera. Chi vive questa perseveranza? Chi vive l’attesa del ritorno del Signore, chi prega dicendo quell’espressione antichissima della preghiera: “Maarana thà, vieni Signore Gesù”, espressione che guida, come sempre, il cammino di Avvento che oggi iniziamo e che, tuttavia, lo travalica. Vive la perseveranza nella preghiera chi vive la vita come un pellegrinaggio e si affretta alla meta che è l’incontro con il Signore. Vive la perseveranza nella preghiera chi vive come un umile, come uno che attende dal Signore ogni cosa, come uno che sa vedere, nelle diverse circostanze della vita personali, sociali, mondiali, la presenza di Dio che invita l’uomo alla comunione con sé. Vive una preghiera perseverante chi fa della propria preghiera un’occasione di ascolto del Signore che si rivela, come ci insegna la prima lettura di oggi, oppure chi sa rendere grazie a Dio, così come ci insegna l’epistola. Vive una preghiera perseverante chi sa darsi una regola di vita, chi la sa osservare, chi non vive solo di emozioni, non rincorre eventi, non si lascia trascinare dalle cose della vita senza studiarne il loro senso.
Vivere la perseveranza
“Alzarsi al mattino, bere il caffelatte, prendere il tramvai, andare al lavoro o mettersi in cucina a riordinare tutte le cose, rassettare i letti, scopare, tirar giù le ragnatele, mangiare, riprendere il tramvai, andare a casa, parlare con la gente. Questo è il tempo che passa. Il “come” del tempo che passa, il cuore del tempo che passa e perciò il valore, il significato del tempo che passa, è dato dalla preghiera. Perché se la preghiera è l’attesa del Suo ritorno, e il Suo ritorno è la coscienza di tutto, è proprio nella preghiera che il “come” del tempo che passa avviene”. La citazione, tratta dalle opere di don L. Giussani che cito come omaggio al centenario della nascita, si addice perfettamente a questo tempo di Avvento. Ancora una volta siamo chiamati a comprendere che il tempo che passa ci può mostrare il suo valore, ci può dire il suo “segreto”, ci può rivelare il suo senso, solo a condizione che noi lo sappiamo illuminare con la nostra preghiera. Magari povera, distratta, semplice… ma perseverante.
Un aiuto possibile
Come sempre abbiamo alcuni strumenti che possono aiutare la preghiera. A chi può raccomando la S. Messa quotidiana, a tutti chiedo la capacità di scoprire la bellezza di una Messa infrasettimanale, soprattutto, per le persone adulte e i giovani, il mercoledì sera. Raccomando la preghiera con la Parola di Dio, difficile, con le immagini dei profeti; per questo ogni giorno la spiego sul sito o nel quaderno di San Maurizio. Non mancano in comunità le adorazioni eucaristiche, la liturgia delle ore, il rosario… gli aiuti sono tanti! Il tutto per un solo invito: vivi anche tu una preghiera perseverante!
Il Vostro Parroco,