Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
Cristo Re
Festa solenne quella che conclude, oggi, l’anno liturgico. Festa che ha al suo centro un titolo solenne ed importante, il titolo di “re”. Titolo che a noi non dice poi molto, visto che siamo lontano da questa orma politica e di governo. Eppure un’immagine importante, immediatamente comprensibile, un’immagine che ci ricorda come è necessario che ciascuno di noi guardi a Cristo per continuare a crescere in quella dimensione di vita che è la fede.

La giornata per la Caritas
Come è tradizione, in questa giornata, viviamo anche l’annuale giornata della Caritas, che vuole rimettere al centro le istanze della carità in una comunità cristiana. Che cosa accumuna le due cose? Che cosa “tiene insieme” Cristo Re e la giornata per la Caritas?
Una questione di sguardi
Credo che il Vangelo di oggi ci ricordi che è tutta una questione di sguardi! Dipende da come guardiamo alle realtà, alle situazioni, agli uomini che incontriamo nel corso della vita! C’è lo sguardo dell’uomo che vede, di volta in volta, un povero da aiutare, un uomo nel bisogno, una situazione per la quale vale la pena di darsi da fare concretamente. È lo sguardo dell’uomo che giudica ciò che vede.
C’è lo sguardo di Dio che vede, in ogni povero, un uomo, una donna creati a sua immagine e somiglianza e vede in coloro che aiutano il povero tesori preziosi. Lo sguardo di Dio è lo sguardo pieno di amore e di rispetto che anche gli uomini sono chiamati ad avere. Lo sguardo di Cristo Re sul mondo è lo sguardo pietoso di chi si china sulle sofferenze di ieri e di oggi e le circonda dell’attenzione di Dio. Così lo sguardo dell’uomo dovrebbe essere lo stesso sguardo di Cristo, lo sguardo di chi vede nell’altro, specie in chi è da sovvenire, un’immagine dello stesso volto di Dio.
La carità intelligente
Solo così la carità diventa “intelligente” e non “emozionale”. Molto dell’agire di carità è emotivo, nasce da un insieme di emozioni che portiamo nel cuore e si affievolisce con esse. La carità del cristiano, invece, è intelligente, cioè capace di leggere dentro le situazioni per scrutarle, comprenderle, amarle, circondarle di quell’affetto con il quale Dio Padre le circonda. Un agire così è certamente difficile! Richiede tempo, attenzione, concentrazione, ma è l’unico modo che abbiamo per distoglierci da quel modo emozionale di gestire la carità che è, in fondo, la rovina della carità stessa. Noi non abbiamo bisogno di infiammarci per poco tempo, piuttosto abbiamo bisogno di discernere e di accompagnare con quella vicinanza, con quella presenza, con quella intelligenza che il credente rinnova costantemente alla luce della sua fede. Impegniamoci tutti per questo e chiediamo alla nostra Caritas di essere sollecita nel mostrarci le istanze della carità nella nostra comunità, con vero atteggiamento profetico. Cerchiamo di vivere insieme una manifestazione di carità intelligente che sia davvero occasione per fare del bene a coloro che, nel nome di Cristo, guardiamo e consideriamo veramente come fratelli.
Il Vostro Parroco,