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Dedicazione del Duomo, Chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani

La Chiesa madre

Tutte le diocesi, forse anche molti paesi hanno una Chiesa madre. Il nome, per i paesi, è più in voga al sud Italia, dove si distingue la chiesa più importante dalle altre con una sottolineatura più forte che non al nord. Ma anche noi abbiamo tutti una Chiesa madre, che è il Duomo di Milano. Chiesa madre significa che noi ci sentiamo parte di essa, ovvero in comunione con il Vescovo, non solo per spirito di obbedienza, ma anche per affetto e filiale devozione.

Gaudet Mater Ecclesia

Qualcuno di voi (i più anziani) ricorderanno queste parole dalla stessa voce di San Giovanni XXIII. Sono le parole dell’allocuzione con la quale il Santo Papa aprì, proprio 60 anni fa, il Concilio Ecumenico Vaticano II, come abbiamo tutti ricordato nel giorno proprio, l’11 ottobre che è anche il giorno scelto come memoria liturgica di San Giovanni XXIII. La Chiesa è madre! Una visione bellissima che appartiene alla riflessione già degli autori più antichi. Madre perché ci dona la fede, con il Battesimo e la grazia dei sacramenti. Madre perché guida il cammino e, proprio come una madre, ci insegna a camminare. Madre perché ci richiama continuamente, con i suoi moniti, come una madre deve fare con i propri figli, anche quelli già cresciuti. La Chiesa madre fa tutto questo. Il Concilio ha fortemente rinnovato l’immagine della Chiesa, ponendola in dialogo con il mondo, più aperta a recepire le istanze degli uomini, più pronta a parlare di Dio in mezzo alle varie tensioni del mondo.

Vivere nella Chiesa

Così vorrei che noi tutti potessimo riflettere oggi sulla Chiesa, sul nostro modo di guardare alla Chiesa, sul nostro modo di vivere nella Chiesa. Mi pare di incontrare sempre più spesso persone che, più che vedere nella Chiesa una madre, si rivolgono alla Chiesa come erogatrice di servizi: chiedono l’oratorio per i loro figli quando fa loro comodo; pretendono che gli orari di catechismo non disturbino le altre attività dei loro figli; chiedono il battesimo quando è meglio secondo i programmi post battesimo che si intendono organizzare e, comunque, non mettendo in discussione la propria posizione sacramentale, spesso non lineare. Per non dire poi, di tutti coloro che riducono la partecipazione alla vita della Chiesa al tema delle offerte grazie alle quali si pretende di avere la prestazione richiesta!

No! Chi pensa così non venera la Chiesa come una Madre! Chi fa così vive un’altra dimensione, che non fa certo onore a chi la esprime.

Celebrare il Duomo non è e non deve essere solo un ricordo di una Chiesa storica, bella, che tutti conosciamo ed apprezziamo. C’è molto di più in ballo! C’è il nostro sentirci figli di una madre che ci ha educato, che ci ama, che ci chiama a sé, che ci dona anche dei servizi, mettendo a nostra disposizione i suoi luoghi e le sue risorse, ma nello stile della condivisione, come una madre premurosa che educa i suoi figli, non come un’organizzazione a servizio delle persone, come lo sono tante altre realtà.

Forse è bene sostare sull’immagine di Chiesa che abbiamo e chiederci: non è forse il caso che io incominci a guardare alla “mia” Chiesa come ad una Madre? Non è il caso che smetta di cercare solo servizi e che mi metta, invece, più decisamente a cercare quell’itinerario spirituale che essa mi propone per incontrare Dio?

Il Vostro Parroco,