II dopo il martirio
La parabola dei due figli
L’esperienza ricordata dalla parabola è semplice e, in fondo, accade in ogni famiglia dove ci sono più figli. Accade spesso, infatti, che ciò che si dice ai figli venga accolto da loro in maniera differente, nonostante le cose che si dicono, si chiedono o si raccomandano siano le stesse. Così il Signore loda anche chi, magari, sulle prime è reticente rispetto alle cose da fare ma, poi, si mette di buon grado a viverle. È una parabola antica quella che ci viene proposta, ma sempre attuale e sempre in grado di parlare a ciascuno di noi.

Nella Chiesa
La stessa cosa che avviene nelle nostre famiglie accade anche nella Chiesa. Ci sono persone più pronte ad accogliere inviti e altre meno; ci sono uomini e donne pronti per ogni genere di servizio e altri che hanno solo lo stile della pretesa, della richiesta, del “tutto è dovuto”. Parabola che chiede a noi come reagiamo a questi inviti, come ci regoliamo sulle cose da fare, come rispondiamo alle responsabilità che ci vengono richieste.
I sacerdoti
Un posto del tutto particolare è riservato ai sacerdoti che, nella Chiesa, hanno il compito di educare, condurre, sostenere, pregare, intercedere. In questo mese di settembre abbiamo molte intenzioni di preghiera che ci devono ricordare l’importanza dei sacerdoti nella comunità. Oggi salutiamo don Andrea che lascia questa comunità dopo 8 anni di servizio generoso; accoglieremo don Emanuele il prossimo 25 settembre in forma ufficiale, anche se è già da qualche mese che vive tra noi il suo ministero; nella festa di San Maurizio accoglieremo mons. Campiotti e molti sacerdoti che ricordano anniversari significativi del loro sacerdozio… Abbiamo davvero molte occasioni di festa attorno ai sacerdoti.
Un invito
Incomincio ad invitarvi a vivere con riconoscenza questi appuntamenti, a partire da quello che oggi viviamo. Credo che un sacerdote che è rimasto a lungo in una comunità abbia avuto modo di farsi conoscere e di farsi apprezzare per le sue doti, per le sue qualità, per quello che sa fare, per la generosità che ha vissuto servendo, in molte forme e in molti modi, la comunità. Don Andrea Arrigoni è stato vicino ai piccoli: è memorabile il suo lavoro con gli asili, dove ha saputo parlare il linguaggio dei bambini e ha saputo relazionarsi con gli adulti. Lo ringraziamo per il lavoro con le catechiste e con i ragazzi e le famiglie dell’iniziazione cristiana. Don Andrea ha cercato di trasmettere la sua fede e di testimoniare la bellezza del credere. Don Andrea ha molto lavorato e molto si è speso con i ragazzi delle medie, i “preado”, con gli adolescenti, con i giovani. Ha cercato di mettere passione educativa e di testimoniare l’importanza dei valori della fede, con uno stile tutto suo, uno stile del tutto particolare fatto di essenzialità, rispetto, discrezione, silenzio, servizio generoso.
Ci sono tante cose per le quali dobbiamo ringraziare don Andrea. Spesso si sente dire che la riconoscenza non c’è più. È vero e tutti lo sperimentiamo nel nostro piccolo. Per questo io vorrei educarvi ad essere comunità riconoscente, comunità che sa dire grazie, comunità che sa dire “scusa” per quelle piccole incomprensioni che capitano a chi lavora insieme per il bene di tutti. Comunità che sa dire grazie perché è così che ci si saluta nel Signore. Sapendo che i cammini di tutti sono comunque custoditi da Dio e da Maria che guida i nostri passi verso il Signore Gesù! Grazie e buon cammino don Andrea!
Il Vostro Parroco,