XI Dopo Pentecoste
Una sventura
Ci avviamo alla fine della rilettura della storia della salvezza che ci ha guidato in tutte queste domeniche estive del tempo dopo Pentecoste. Dopo i re Saul, Davide e Salomone, la scrittura ci ricorda quello che accadde: il regno si spezzò in due. Un regno al sud, uno al nord. In entrambi si succedettero re insignificanti o, peggio, dediti al male. Persone che non avevano fede, persone che pensarono all’arricchimento personale, persone che non ebbero in nessun conto la giustizia, l’onore del popolo, il servizio della politica. Acab, il personaggio chiave della prima lettura, ne è l’esempio. Il suo usurpare la proprietà di altri è stato scelto come simbolo di tutta la corruzione che regnava nel popolo santo di Israele. Con anche l’aggravante di avere al fianco una donna che lo trasse lontano dagli ideali della vita di fede proposta da Mosè.

Il ricco epulone
L’episodio della vigna di Nabot viene unito ad un altro episodio notissimo: la parabola di “Lazzaro e del ricco epulone”, come si chiamava in antico. Parabola che il Signore ha raccontato proprio per stigmatizzare l’atteggiamento di chi bada solo all’accumulo di sostanze, senza arricchire davanti a Dio. I re di Israele hanno fatto questo: hanno pensato al proprio arricchimento senza pensare al loro compito, al ruolo e all’importanza che ne derivava.
Ricchi epuloni…
Mi pare che questo atteggiamento ci riguardi un po’ tutti. Tutti desideriamo star bene, tutti desideriamo vivere senza troppi problemi. Questo è un desiderio che considererei normale. Non è normale, invece, il rincorrere una certa visibilità ad ogni costo, non è normale il pensiero costante ad un arricchimento da ostentazione, non è normale il non pensare mai alla vita eterna e a cosa possono essere destinati tutti i beni e le esperienze che possiamo fare nella vita.
Attualità
Non mi stupisce, nemmeno è la prima volta che capita, eppure deve farci riflettere il caso che alcuni cantanti “trapper” siano stati arrestati dopo episodi di violenza, insulti raziali, ostentazione di video pubblicati come se fossero trofei di cui vantarsi… niente di nuovo, appunto, la cosa, purtroppo, si ripete. Però non vorrei che tutti perdessimo l’occasione di domandarci: perché? Come mai? Forse la risposta sta proprio nel contenuto che viene dalla Parola di Dio che come sempre illumina, sprona, provoca. Se fossimo stati noi a generare nei giovani questo desiderio? Se fosse stato il perenne sogno di accumulare ricchezze, di avere vite facili, di avere visibilità, conoscenza pubblica? Se fosse stata la disonestà, la disistima per la giustizia, il nessun onore dato a valori come la laboriosità, la fatica, il senso del dovere, la collaborazione, il rispetto? Non dobbiamo incolpare nessuno, non credo sia nemmeno possibile ricostruire con esattezza le cause che hanno prodotto questo degrado che continuamente vediamo e del quale non ci stupiamo nemmeno più di tanto. Forse dovremmo solo ascoltare la Parola di Dio e ricordarci noi per primi, per poi ricordare agli altri, che senza un amore per le cose umili, senza il rispetto per gli altri, senza la dignità attribuita al lavoro onesto, senza la custodia dei sentimenti, si cade, inevitabilmente, verso tante forme di disumanizzazione. Siamo alla fine dell’estate. Per molti questa sarà l’ultima settimana di vacanza o quasi. Poi, con la prossima settimana si rientrerà un po’ tutti e ci prepareremo al nuovo anno pastorale. Facciamo in modo che, dopo il riposo estivo, non subentri subito la noia per il ritorno alla routine, ma ci sia il desiderio di costruire, insieme, qualcosa di nuovo, di più bello, di più importante, di migliore. Partendo proprio da quelle forme di rispetto che, come uomini e come credenti, dobbiamo professare e anche vivere, se non vogliamo perdere tutto quanto i nostri padri hanno costruito e ci hanno testimoniato. Ne va della nostra cultura e del respiro della libertà e della democrazia dell’occidente.
Il Vostro Parroco,