IX Dopo Pentecoste
Un altro re…
Sempre in continuità con le scritture della scorsa domenica, oggi leggiamo dell’elezione del secondo re di Israele: Davide. Anche in questo caso è il profeta che è incaricato di eleggere il nuovo Re, attenendosi scrupolosamente a ciò che il Signore gli dice. La scrittura ricordava la regola con la quale Dio agisce sempre: “Il Signore guarda il cuore”. È per questo che vengono scartati tutti i figli di Iesse, forti, atletici, preparati alla guerra e, invece, viene eletto Davide, l’ultimo figlio, il più giovane, colui che è solo un ragazzo, colui che non ha grandi doti fisiche, ma ha un cuore capace di aprirsi a Dio. È un ragazzo di fede e viene scelto proprio per questo: per la sua fede. Sarà proprio lui, divenuto non solo re ma anche adulto, a dire, nella fede, che il Messia sarebbe sorto proprio dalla sua discendenza. Un’intuizione grande che Davide ebbe per rivelazione interiore. Il cuore che cerca Dio intuisce le novità che Dio opera nella storia.

Guardare al cuore
Vorrei che, in questa fase centrale dell’estate, quando molti di noi sono in vacanza e ci seguono “a distanza”, tutti potessimo comunque chiederci: cosa vede il Signore nel mio cuore? Vede la fede che ebbe anche Davide? O non può trovare molto, dal momento che la mia vita è fatta solo di apparenze? Credo che la domanda sia centrale per ciascuno di noi. Per noi che vogliamo avere un cammino di fede, per noi che, come ci dice l’epistola di questo giorno, vogliamo comunque entrare in relazione con Dio a partire dalla sua Parola, da quella Parola che non è mai incatenata, ma è sempre libera di girare per il mondo e di illuminare il cuore di tutti coloro che la accolgono. Per capire se nel nostro cuore c’è fede, per capire se il nostro cuore è vicino a Dio, altro criterio non abbiamo che questo: verificare il nostro ascolto umile, docile, continuo, perseverante della Parola di Dio.
Giudicare non secondo le apparenze
Vorrei però che ci facessimo anche una seconda domanda: noi in base a cosa giudichiamo? Perché credo sia vero che noi giudichiamo in base alle apparenze. Magari tentiamo di non farlo, magari tentiamo di mettere qualche freno, magari tentiamo di evitare il più possibile di lasciarci condizionare ma, poi, inevitabilmente, ricadiamo un po’ in questo vizio di giudicare secondo le apparenze. Così, insieme, in questa domenica, potremmo chiedere il dono di liberarci da questo giudizio e di incamminarci su strade diverse, alternative, che sappiano diventare provocazione anche per altri.
In questa estate
Impegno non facile ma pur possibile! Specie se guardiamo con fiducia alla grande festa che si prepara: la festa dell’Assunta. Lei non ha giudicato certo secondo le apparenze! Lei ha avuto il cuore più puro di tutti per poter non solo accogliere il dono della fede, non solo ascoltare la Parola, ma accoglierla in sé permettendo al verbo divino di diventare carne, uomo. È a lei che vogliamo guardare in questa settimana che precede la “sua” festa. È a lei che vogliamo pensare con più forza in questi giorni. È a lei che vogliamo ricorrere, per chiedere che tutti i nostri giorni siano davvero un’occasione da cogliere per amare un poco di più il mistero di Dio. È a lei che chiediamo queste grazie che ci vengono suggerite dalla Parola, per continuare quel cammino di santificazione che ciascuno di noi ha intrapreso e per il quale ciascuno di noi sta cercando di darsi da fare. Ci aiuti la Beata Vergine Maria a custodire quella Parola che non è mai legata, se non saremo noi a rilegarla in qualche angolo del nostro cuore come realtà poco significativa ed importante della vita. Unico vero ostacolo sulla via della santificazione e della perfezione che il Signore ci chiede.
Il Vostro Parroco,