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III dopo la Pentecoste

Il senso dell’accoglienza

Certo sarebbe molto da riflettere e da pensare sul tema che questa domenica, 3 dopo Pentecoste, assegna alla nostra riflessione: il peccato. Nel suo senso di peccato originale e nel senso dei peccati personali che, poi, tutti commettiamo. Settimana che, poi, sarà del tutto particolare, perché avremo la festa di San Pietro, festa di una delle nostre parrocchie. Tuttavia, un evento straordinario riguarda la nostra comunità. Siamo tutti chiamati all’accoglienza di un nuovo sacerdote, cosa che non è di poco conto. Conoscendovi ormai bene, conoscendo il “peccato” che vizia la comunità, preferisco riflettere su questo tema e dare qualche consiglio per l’accoglienza. Accogliamo con gioia DON EMANUELE LUPI, nuovo vicario della comunità.

Piccolo vademecum

  1. Accoglie chi sa vivere gli eventi che il Signore ci manda. Sono assolutamente certo che, appena avete saputo il nome tenuto riservato fino all’ultimo, la maggior parte di voi si sarà messa a cercare tra i diversi social, per vedere, sentire, farsi una prima impressione… Così fanno tutti… i pagani! Una comunità cristiana sa riconoscere in ogni persona un dono di Dio e in un sacerdote un dono del tutto particolare. Una comunità cristiana, in essa, i cristiani che vi appartengono, conoscono di persona, ascoltano, parlano, si relazionano. Raccomando, anzitutto il dono e la grazia di un’accoglienza libera, che sappia scorgere i doni di Dio.
  2. Accoglie chi rispetta. Sono assolutamente certo che tanti di voi, tireranno subito il nuovo sacerdote per la “veste”!. So, cioè, che tanti di voi si presenteranno, a nome proprio o del proprio gruppo, magari lasciandosi sfuggire qualche piccolo commento, o raccomandazione. “Vieni qui da noi, che ti accogliamo bene!”… “Sta attento a quelli di questo e di quest’altro gruppo!”… “”guarda che nell’altra parrocchia ti diranno… non crederci!”… “dai retta a me che sono qui in oratorio da 35 anni…”… L’accoglienza cristiana è diversa perché è libera. L’accoglienza cristiana sa rispettare, tempi, luoghi, modi, condizioni. L’accoglienza cristiana avviene nel nome del Signore e, per questo, non critica altri, non (s)parla di altri, non pone condizioni, confronti, giudizi. Raccomando a tutti un’accoglienza rispettosa, che sappia anche dare, a chi giunge dall’esterno, il tempo per realizzare cosa avviene nella sua vita e di farsi un’idea della comunità dove è mandato.
  3. Accoglie chi sa collaborare. Infine, credo sia giusto ricordarvi che accoglie nel vero senso cristiano chi sa di dover collaborare con un sacerdote per un certo tempo, chi sa che siamo in una comunità pastorale grande, dove bisogna confrontarsi e, soprattutto, dove non bisogna continuare a ripetere ciò che si è sempre fatto con una tradizione sbagliata e che imprigiona e lega, ma, piuttosto, occorre interrogarsi su cosa il Signore ci chiede per il futuro. Raccomando a tutti di saper mettere l’accento su un vero spirito di collaborazione per la riscoperta di un autentico significato di comunità.
  4. Accoglie chi prega. Da ultimo, ricordo che la prima e vera accoglienza che un cristiano vive, si nota dalla preghiera. Se un cristiano si mette in ginocchio davanti a Dio per chiedere questo dono, lo avrà. Se un credente chiede a Dio di saper accogliere come Lui accoglie, assomiglierà al Padre, che è perfetto e comunica la sua perfezione a tutti coloro che la domandano. Raccomando che questi giorni di festa patronale di San Pietro, siano i giorni opportuni per pregare, per avere un vero spirito di accoglienza.

Carissimi, ecco ciò che vi raccomando, per vincere i nostri difetti e vivere una nuova “avventura” dello Spirito nella Chiesa e a servizio degli uomini.
Don Emanuele verrà accolto ufficialmente nella festa dell’oratorio di San Giulio il prossimo 25 settembre, ma da oggi sarà presente tra noi, a partire dalla S. messa delle ore 10.00 a San Pietro.

Il Vostro Parroco,