6° Domenica di Pasqua
L’Ascensione
Giovedì, 40 giorni dopo la Pasqua, celebriamo la festa dell’Ascensione. Fino al 2008, normalmente, questa festa veniva spostata alla domenica successiva, come il rito romano ancora fa. Il rito ambrosiano celebra, invece, l’Ascensione preferibilmente nel suo giorno proprio. Ci sono alcune date precise nel Vangelo, non sta a noi cambiarle secondo il nostro comodo, ma cercare di riportare queste feste alla loro dignità originaria come, per altro, accade ancora in molti paesi del mondo. Come sempre noi confondiamo il senso religioso di una festa con il riposo dalle attività quotidiane, quasi che si possa celebrare il giorno del Signore e le sue feste solo se non si lavora! Poiché sono molto appassionato del rito ambrosiano e cerco di educarvi ad esso attraverso la liturgia, io propongo a voi di venire a celebrare l’Ascensione nelle Messe feriali di giovedì. Oltre alle S. Messe del mattino in ogni Chiesa, come ogni giovedì abbiamo già una celebrazione serale, alle ore 20.45 nella Chiesa di San Giulio. Io mi rivolgo alle famiglie che vogliono educare i propri figli alla fede, agli adolescenti e ai giovani, specie a quelli che fanno già parte dei nostri gruppi parrocchiali: venite! Venite a celebrare insieme! Venite a scoprire il senso di questa solennità del Signore così profondo e così bello! Venite! Educhiamoci insieme al rispetto di Dio, al rispetto della liturgia, educhiamoci anche a conoscere la ricchezza di queste feste anche se non sono in giorno festivo! Non aspettiamo che ci sia un giorno di festa civile per manifestare la nostra attenzione ai misteri di Dio! Educhiamoci, piuttosto, al rispetto di Dio! La fede passa per queste cose. Saranno anche piccole cose, ma dicono davvero la sensibilità di un’anima.

Fatti preoccupanti
Mentre scrivo queste righe giunge la notizia di un’ulteriore sfregio ad una chiesa. Questa volta si tratta di una delle basiliche più belle di Venezia, costruita per chiedere la fine della peste… quando si aveva fede e si capiva che, anche dietro alle grandi epidemie, occorreva rinnovare l’atteggiamento della fede… oggi, come abbiamo ben visto, non siamo più capaci di nulla del genere. Oggi i nostri giovani rovinano molti monumenti, cosa già gravissima, e, spesso, edifici sacri, cosa ancora più grave perché al di là dell’aspetto storico, artistico, archeologico, c’è la sacralità di un ambiente e il rispetto della fede. Forse non sono solo “bravate”, forse dietro questi atteggiamenti c’è di più. Io credo che ci sia un segnale pericolosissimo intanto di come i nostri giovani sono lontani dalla fede e, poi, di come i ragazzi stiano diventando violenti, irrispettosi, incapaci di vivere la propria giovinezza secondo modelli sani. Certo non tutti, però il numero di coloro che sono implicati in fatti di questo genere è in continua crescita.
Una soluzione
Cosa possiamo proporre noi per non essere solo quelli che si lamentano? Io credo che la risposta sia proprio quella che viene dalla fede e dalla fraternità che nasce dalla fede. Fraternità che, per i più giovani, si esprime in oratorio. Invito tutti i genitori a valorizzare l’oratorio, invito tutti gli adolescenti ad interrogarsi sulla possibilità di fare qualcosa per sé e per gli altri attraverso l’oratorio. Invito gli educatori dei ragazzi a non fermarsi mai, a non accontentarsi mai di chi già c’è, ma ad avere un orizzonte sempre più largo, ad avere a cuore di invitare tutti. In questo momento dobbiamo essere consapevoli di dover recuperare terreno. Nell’ottica di un’alleanza educativa tra ragazzi, educatori, famiglie, istituzioni, Chiesa. Forse così riusciremo anche a evitare qualche deriva sempre più preoccupante e pericolosa. Iniziando, come ho detto, dal richiamo al vero valore delle feste cristiane.
Vi raccomando, iniziamo dall’Ascensione di Giovedì, guardando al Signore che ci accompagna dal cielo, con il dono del suo Santo Spirito.
Il Vostro Parroco,