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Battesimo del Signore

L’immagine del mese

L’opera che presentiamo costituisce la parte centrale di un trittico che rappresenta tre momenti fondamentali vissuti da un gruppo di emigranti: nella prima scena si dirigono verso il porto da cui partiranno alla ricerca di una nuova patria, al centro rivolgono un ultimo sguardo al loro paese, la terza scena è quella dell’addio. La folla avanza compatta, in un ammasso di teste, in un ampio movimento obliquo: vanno innanzi gli uomini con in testa un berretto scuro; le donne si distinguono nella massa per il capo coperto da una cuffia bianca o da un cappuccio mentre tengono per mano o portano in spalla i loro bambini. Alcuni indossano gli zoccoli o camminano a piedi nudi, portando le scarpe a tracolla, perché le calzature sono preziose. E anche i cani di casa fanno parte del gruppo. La folla procede sopra una stretta lingua di terra che costeggia un’acqua stagnante. Cupo e freddo è il cielo, come il loro cuore. In lontananza le loro case, il villaggio, la chiesa che hanno dovuto abbandonare nel momento in cui gli interessi dell’industrializzazione hanno avuto il sopravvento, soffocando valori sociali e umani che avevano caratterizzato la loro comunità. In questo modo il pittore si fa portavoce di tutte le anime mute, anche oggi prigioniere di una storia che le travolge. (F.M.)

Eugène Laermans, Un ultimo sguardo, pannello centrale del trittico, 1896
Museo reale di Belle Arti Anversa Belgio

Un messaggio di speranza

L’opera che viene presentata proprio nel giorno del Battesimo del Signore, aiuta ciascuno di noi a comprendere che, sebben cambino le immagini, la realtà dell’uomo rimane tristemente la stessa. Abbiamo forse negli occhi immagini dei migranti di oggi, immagini che ci invadono gli schermi ma che faticano a trovare posto nel nostro cuore. Il Battesimo del Signore ci dice, invece, che ciascuno di noi è un nome, un volto, una storia per dio. Nomi, storie, volti importanti, amati, eletti, custoditi, pur nelle traversie della vita. Questa immagine di dice che ogni sofferenza dell’uomo è già nelle mani di Dio, perché ogni vita è vocazione dinanzi al suo volto. Nella festa del Battesimo del Signore, mentre ricordiamo e siamo in gesta per i bambini che anche oggi battezziamo nelle S. Messe di orario, tutti siamo chiamati a ricordarci che la nostra vita è vacazione preziosa depositata nelle mani di Dio, ma anche che la vita e la sofferenza di tutti sono realtà preziose agli occhi di Dio.

La cura del bene comune

Vorrei che tutti ne prendessimo coscienza. Uno strumento piccolo ma spero utile che la comunità pastorale mette a disposizione è il percorso sul “bene comune” che prende il via in settimana. Vorrei che fosse, per tutti, dai giovani in su, un’occasione per incontrarsi, ascoltare, riflettere, discutere su quale bene comune deve animare la nostra ricerca, il nostro impegno, il nostro desiderio di rendere la nostra città un luogo dove si incontrano diverse anime, diverse espressioni della vita, dell’intelligenza, della ricerca degli uomini, ma tutte indirizzate a fare qualcosa di buono per noi e per chi verrà dopo di noi. Vorrei che questo percorso fosse un’occasione, un’opportunità per scoprire le ricchezze che già animano il nostro territorio e per rilanciare ancora di più il bene che già c’è. Credo che sia parte della nostra vocazione battesimale il metterci a disposizione degli altri, l’essere costruttori di ponti, il voler generare dialogo, confronto tra idee diverse, certi che è proprio attraverso di esse che passa quella benedizione di Dio che è per tutti gli uomini. Vi auguro una buona ripresa delle attività abituali, forti della benedizione del Signore.

Il Vostro Parroco,