UN LENTO PELLEGRINAGGIO
“Andiamo dunque a Betlemme”. Così San Luca, come abbiamo appena letto nel Vangelo. Forse ci pare di vedere i pastori andare fino alla grotta di Betlemme. Forse abbiamo anche contemplato la scena nel presepe che abbiamo realizzato, magari anche nella nostra abitazione e che è sempre un invito alla compagnia di Dio, un richiamo alla preghiera. Quello che San Luca intende descrivere non è però solo un fatto della storia, una cosa capitata a quei pastori in quell’inizio di giorno santo che, per tutti noi, è il giorno di natale. San luca intende descrivere una sorta di “pellegrinaggio interiore” che deve essere nel cuore di ogni uomo e, quindi, anche nel nostro cuore. L’evangelista sta dicendo a tutti che il natale non è la festa delle cose che si possono conoscere sulla nascita del Signore, non è un insieme di verità che si possono elencare. Vivere il natale è accogliere la Verità che è il Signore Gesù e disporsi a credere ogni giorno della vita. Il Natale è un continuo pellegrinare alla grotta di Betlemme in senso metaforico, in senso spirituale.
LA SACRA FAMIGLIA
“Trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino”. Come si accede alla contemplazione del Natale? Come si vive questo pellegrinaggio interiore? Come si vive questo incontro con Cristo? San Luca è molto chiaro: attraverso la mediazione di Maria e di Giuseppe. Se storicamente è chiaro che il bambino non poteva essere da solo, ma che era custodito da Maria e Giuseppe, San Luca ci sta dicendo però un’altra cosa. Ci sta dicendo che è la fede in Maria che ci aiuta ad accedere alla contemplazione del Signore Gesù. È la mediazione di Giuseppe che ci aiuta ad accedere alla verità che è Gesù. Forse anche noi, per le nostre vite, ci domandiamo: ma come è possibile credere? Cosa occorre fare per credere? Come possiamo credere ai contenuti singoli della fede? La risposta che ci dà l’Evangelista è questa: attraverso la mediazione di Maria e di San Giuseppe. Preghiamo Maria, preghiamo Giuseppe se vogliamo avere fede. Preghiamo Maria, preghiamo San Giuseppe se vogliamo capire cosa significa credere per noi oggi. È attraverso di loro che si accede a quella contemplazione del bambino Gesù che deve essere il centro della nostra fede, del nostro credere, del nostro rapportarci a Dio.
COMUNICARE LA FEDE
“Riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”. I pastori, infine, sono modello di comunicazione nella fede. È fuori di dubbio che abbiano potuto capire davvero e fino in fondo ciò che era stato detto loro. È fuori discussione che abbiano davvero potuto realizzare le parole dell’Angelo, ma è assolutamente vero che rimasero colpiti di quello che videro e sentirono, tanto da comunicare ad altri quello che avevano visto ed udito. La fede è un’esperienza. I pastori comunicarono la loro esperienza di fede. Non certo un’esperienza matura, non certo un’esperienza completa, ma certamente un’esperienza forte. La fede è questo: un interrogarsi a partire dalle esperienze che si fanno, un interrogarsi sul mistero di Dio a partire dalle esperienze di fede che capita di fare. La fede di ogni uomo, di ogni donna è così: un interrogarci serio su Dio a partire dalle esperienze che riguardano la nostra vita.
MARIA
“Maria, da parte sua, custodiva nel cuore”. San Luca è sempre molto attento nel mettere al centro della nostra contemplazione anche i sentimenti di Maria, anche quello che lei vide e visse. Maria custodisce nel cuore non solo quello che avviene in lei, ma anche quello che riguarda Giuseppe e quel bambino che era stato loro dato in custodia. Custodire nel cuore significa meditare, trattenere nella memoria e negli affetti, continuamente ripensare a quello che è stato possibile vivere. Ecco cosa fece Maria, ma ecco cosa dobbiamo fare noi. Il natale non è solo una celebrazione, il Natale non è solo un giorno. Natale significa pensare che ogni giorno il Signore è accanto a noi, cammina con noi, si interessa di noi. Noi dovremmo ricordare e vivere questo ogni giorno. Noi dovremmo ricordare e vivere questo sempre! A questa unica condizione è possibile celebrare veramente il Natale, altrimenti Natale sarà un rito, una Messa, una celebrazione bella, magari toccante, magari piena di poesia, ma pur sempre qualcosa che dura lo spazio di qualche ora.
LE FAMIGLIE DI OGGI
Carissimi, mi pare che il vangelo, ci illumini.
Anche noi, siamo qui, insieme per vivere questo pellegrinaggio interiore, che riguarda in diverso modo ciascuno di noi.
Anche noi siamo qui, in un anno straordinario nel quale abbiamo spesso invocato la presenza e l’intercessione di Giuseppe, né mancano, nella nostra comunità, momenti di adorazione e di preghiera mariani.
Forse ci manca un po’ il coraggio di dire quello che sentiamo, quello che proviamo per quanto riguarda la nostra fede. Forse l’unico momento in cui parliamo con Dio è questo della celebrazione. Poi riempiremo la giornata di altre cose, soprattutto di raduni di famiglia o, dove non sarà possibile, spero almeno di qualche telefonata o di qualche forma di vicinanza con coloro che amiamo.
Spero però che non mancherà a nessuno la possibilità di trattenere nel cuore questo incontro e di parlare con Dio di quello che ci sta a cuore e di quello che ci preoccupa. Forse siamo ancora molto presi dalla situazione che stiamo vivendo e che, francamente, ci sta anche logorando. Forse siamo alle prese con qualche difficoltà della famiglia, della salute, del lavoro, o con le preoccupazioni legate alla crescita di chi viene dopo di noi.
Forse vogliamo gioire con il Signore e condividere con lui qualcosa di bello che ci è capitato in quest’ultimo anno, o forse ci sentiamo stanchi, ormai avanti negli anni, e dialoghiamo con il Signore anche di quell’incontro che renderà vero il cammino di fede che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo.
Qualsiasi cosa sia, spero che vorremo vivere con il Signore questo incontro di fede e vorremo parlare con lui di quello che ci sta a cuore. Natale, infatti, è tale solo se sapremo far nascere la presenza di Dio nel cuore. Questo è ciò che più conta ed è questo l’augurio più sincero che possa farvi per vivere bene questo giorno e questo tempo che oggi apriamo.