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VI Domenica di Avvento: il precursore

Continuare a sperare

Giunti, ormai, alla quinta domenica di Avvento, nella settimana nella quale apriremo anche la novena di Natale, tutti potremmo chiederci: cosa dobbiamo fare ancora? Cosa ha ancora da dirci la figura di Giovanni il Battista su cui l’Avvento Ambrosiano continua ad insistere? Perché potrebbe anche essere che il nostro cuore non sia più tanto pronto ad attendere, a perseverare nella preghiera, a darsi da fare per continuare la nostra preparazione al Natale. Potrebbe anche essere che ci siamo un po’ stancati o un po’ persi via via che procedevano i giorni. Potrebbe anche essere che non vediamo quelle “novità di vita” sulle quali stiamo riflettendo ormai da molte settimane e potrebbe anche darsi che il tempo che viviamo ci stia facendo desistere dal proposito di trovarle.

Se anche…

Accanto alla figura di Giovanni il Battista, leggiamo nella parola del profeta Isaia: “se anche il Signore ti darà il pane della tribolazione e l’acqua dell’afflizione…”. Personalmente credo che tutti abbiamo qualche afflizione o tribolazione, di diverso genere e tipo, ma tutti abbiamo qualcosa di questo genere. Alle nostre tribolazioni e afflizioni personali si aggiungono quelle del tempo che stiamo vivendo che, come ogni tempo, ha le sue. Forse è proprio per questo che ci perdiamo d’animo e lasciamo che afflizioni e tribolazioni, in qualche modo, pesino più di quello che dovrebbero sulla nostra coscienza. Il profeta è comunque molto chiaro in proposito, perché ci ricorda che il Signore si fa vedere proprio in esse. Tribolazioni e afflizioni non sono un modo per non vedere Dio, una giustificazione per andare avanti a fare quello che vogliamo senza renderci conto dei richiami del Signore, tantomeno un’occasione per dubitare della sua presenza e bontà.

Perseverare

Ecco perché la liturgia ci chiede uno sforzo in più. Se anche avessimo vissuto bene il tempo di Avvento, se anche avessimo svolto bene tutti i “compiti” che ci eravamo proposti, ecco che c’è come un ultimo “sprint” da vivere. Credo che la novena che ci sta di fronte sia un richiamo per tutti. Per i piccoli che, con i loro genitori, potranno avere un richiamo forte, bello, pieno anche di poesia, per tutto ciò che il Natale comporta. Vorrei insistere però con gli adulti, con i giovani, con gli adolescenti, perché anche loro abbiano un richiamo forte per essere più desti per il cammino in vista del Natale.

Per le coppie e la famiglia

Lancio una proposta più insistente del solito! Perché non pensare come famiglie—mi riferisco a quelle che hanno figli dall’età della preadolescenza in su—, di partecipare  alla S. Messa del mattino, nei giorni della novena? È vero, per essere in chiesa alle ore 6.20 occorre un po’ di coraggio, un’organizzazione di famiglia buona, un senso notevole di partecipazione alla vita della Chiesa ed anche una buona dose di determinazione per i richiami penitenziali e le rinunce. Eppure, io credo che tutto questo sia possibile. Perché non darci da fare, perché non spronarci a vicenda perché la nostra famiglia abbia quella serie di grazie che solo il Signore sa dare? Perché non credere che la misericordia di Dio passa anche attraverso questi piccoli passi?  Così perché tutti i nonni non possono pensare di partecipare ad una Messa della giornata? Magari, poi, dovranno accompagnare anche i nipoti alla novena dei ragazzi,  perché non pensare di dare un esempio anche in questo?

Il richiamo vale quindi per tutti… non mi rimane che augurarvi di nuovo un buon ultimo tratto del cammino di Avvento! Nell’attesa che, presto, sia Natale.

Il Vostro Parroco,