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I Domenica di Avvento: la venuta del Signore

Non preoccupatevi

I vangeli ci danno continua traccia del fatto che anche il tempo del Signore è stato un tempo nel quale molti vedevano segno di una fine imminente e terrorizzavano quanto più potevano con predizioni, interpretazioni di segni, richiami di ogni genere e tipo. Il tempo del Signore era anche contrassegnato da una forte corrente messianica, cioè da gruppi molto sostenuti che attendevano il messia, anche se poi, di fatto, non hanno riconosciuto il tempo della visita di Dio nel tempo del Signore Gesù. Si capisce che, in un tempo dove scarse erano le conoscenze bibliche delle persone e scarse le comunicazioni, questi richiami avevano una forte presa e molti credevano a qualsiasi rivelazione. Gesù è molto chiaro in proposito. Il tempo in cui Dio metterà fine al mondo è solo nelle mani di Dio. Non ci sono segni, premonizioni, visioni a cui credere. Il credente, di fronte al richiamo al tempo della fine, è sempre attento a preparare sé stesso. Non è curioso. Non va in cerca di sogni, rivelazioni, presunte profezie. Il credente prepara sé stesso. Come? Con la perseveranza. La perseveranza dell’anima. È un richiamo al quale il Signore ha dato molta attenzione e che ha proposto a tutti come qualcosa di assolutamente irrinunciabile. Preparare sé stessi all’incontro con Dio è uno dei tratti chiave della predicazione di Gesù che la chiesa riprende sempre in ogni avvento.

Il nostro tempo

Mi pare che il nostro tempo debba riscoprire proprio questo tema: il tema della “vigilia”, dell’attesa, della preparazione. Abbiamo ben compreso la prima parte dei richiami del Signore, ovvero quella di non essere creduloni, di non assecondare il gusto della curiosità su questi temi, ma abbiamo tralasciato la seconda parte dell’insegnamento. Cosi vorrei che la domanda da trattenere nel cuore questa prima settimana di Avvento fosse: cosa devo fare per perseverare? Come posso vivere questo tempo di attesa che mi sta davanti?

Un richiamo per tutti

A tutti voi che frequentate già la Chiesa, a tutti voi che avete una vostra vita di fede, di preghiera, di appartenenza alla chiesa, io propongo di scegliere una S. Messa infrasettimanale a cui partecipare. Lo propongo proprio a tutti, anche ai ragazzi. Ai preadolescenti, agli adolescenti, ai giovani, che il Giovedì sera hanno già un loro spazio celebrativo appositamente curato da don Andrea, ma anche alle famiglie dei ragazzi del catechismo, e specialmente ai genitori dei ragazzi di quarta elementare in vista della loro preparazione alla prima comunione. Perché non scegliere una S. Messa delle ore 18 o delle ore 20.45? Magari offrendo il sacrificio di un tempo sottratto ad altro. Perché pensare che è impossibile? Perché giocare sempre al minimo? Ovviamente propongo la medesima cosa a tutti, a chi è a casa anche al mattino ricordo gli orari delle diverse celebrazioni possibili nella nostra comunità.

Perché?

Perché vivere questo richiamo? Io credo che la risposta migliore sia questa: per curare la propria anima. Provate a vedere quali sono gli affetti della celebrazione frequente dell’Eucarestia nella vostra anima. Provate a donare del tempo a Dio per vedere come Lui risponde a voi in cambio. Provate a verificare come si dilata lo spazio interiore dell’anima quando noi siamo capaci di seguire i richiami della Parola di Dio. Provate! Ci sono alcune cose che si possono descrivere, altre che si devono solamente sperimentare. Come diceva una pubblicità di qualche anno fa: provare per credere!

Il Vostro Parroco,