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VII° Domenica dopo Pentecoste

Giosuè e le immagini

Stando alla prima lettura, subito ci sembra di entrare in confidenza con Giosuè, che, per senso di solidarietà si muove a dare man forte a chi è nel pericolo. Certo, poi ci fermiamo a pensare: ma questa guerra è volere di Dio? Non ci va meglio se proseguiamo nella lettura: suo nemici di Giosuè piovono chicchi di grandine come pietre e, per giunta, l’autore sacro precisa che sono stati più i morti per la grandine che quelli per la spada dell’esercito! Infine, se perseveriamo fino alla fine della lettura, ci viene pure alla mente quel famoso “fermati o sole!” che, nella storia ha provocato non pochi guai! Che dire? Se prendiamo alla lettera c’è da rimanere perplessi eccome!

Il “segno” di Cristo

ma il cristiano non vive mai una lettura letterale del testo sacro! Piuttosto egli ricerca sempre in Cristo la giusta lettura di quello che la scrittura offre. Così il credente comprende che queste immagini si devono riferire alla “vittoria” di Cristo, e cioè alla sua croce. È dalla Croce che si capisce che l’unico vero linguaggio di Dio è quello della non violenza. È dalla Croce che si comprende che Dio ama tutti, amici e nemici e che offre misericordia e non grandine agli uomini, specie a quelli più lontano da lui. Ed è sempre guardando la Croce che il credente chiede al Crocifisso risorto quell’umiltà della conoscenza che lo porta sempre ad indagare le realtà della creazione con l’intelligenza umile e fiduciosa dei figli di Dio.

Un genio

Ci voleva poi il “genio” di San Paolo a metterci sulla giusta strada: “se Dio è per noi, chi sarà contro di noi’”. Così il credente guarda alla sua storia e alla storia del mondo. Non in termini di divisione tra amici da amare e nemici da combattere, ma vedendo “fratelli e sorelle” tutti, uomini e donne da servire nel nome di quel Dio che si lascia crocifiggere per l’uomo. È Cristo l’unico vero “sole” a cui sempre guardare per ottenere forza per un compito così arduo.

Anche noi per la logica del servizio e dell’amore

Anche noi dovremmo schierarci questa logica di amore, servizio, perdono, unione. Anche per noi può essere interessante che, in questo tempo estivo, ci possa essere qualche lettura un po’ più approfondita del testo biblico per vivere bene quel cammino che, ancora, siamo chiamati a fare insieme, nel nome del Signore.

Anche noi siamo chiamati a vederci, anzitutto nel nostro interno di comunità, non come nemici, rivali, ma come fratelli e sorelle tutti che vogliono solo conoscere il Signore e servirlo.

È questa la logica che cerchiamo di insegnare e di esprimere in questo oratorio estivo che finisce, o nei campeggi che si aprono come stagione bella e promettente per i nostri giovani o, ancora, attraverso le iniziative estive per chi rimane a casa.

Consiglio a tutti di vivere quel docile servizio alla Parola e quella docile accoglienza del Vangelo che, se meditato nel silenzio, nella calma, consentirà a noi di vivere appieno la logica delle beatitudini, logica che mai dovremmo dimenticare e alla quale sempre dovremmo attenerci.

Continui poi, in tutte le nostre celebrazione, la costante preghiera per il Papa in questo momento di ripresa fisica dopo l’intervento subito. Non dimentichiamo che questo è un dovere di affetto, di riconoscenza e una espressione di amore per tutti coloro che vogliono dirsi ancora cristiani.

Maria sostenga e protegga il Santo Padre.

Il vostro parroco,