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V° Domenica dopo Pentecoste – Solennità di San Pietro e Paolo

Abramo

La liturgia ci riserva ancora, in questa quinta domenica del tempo dopo Pentecoste, la figura di Abramo, ritratto, in questa occasione, come l’uomo dell’Alleanza.

Un segno

Come spesso avviene negli episodi del primo testamento, sono i segni a parlare. Anche nel caso di Abramo e dell’Alleanza stabilita tra Dio e il patriarca, è un segno a parlare: la circoncisione, segno che ancora oggi determina l’appartenenza alla stirpe di Abramo e, quindi, all’Israele di Dio. La vita di fede, del resto, è fatta tutta di segno. Segni di chi anche noi abbiamo bisogno, segno che dicono il nostro essere vicino a Dio o il nostro appassionarci alle cose di Dio.

L’insegnamento di questa domenica

Naturalmente noi non ci vediamo nel segno di Abramo  ma, come cristiani, valorizziamo altri segni. Credo che il segno da valorizzare in questa domenica sia quello legato alla festa dei santi Pietro e Paolo che liturgicamente ricorrerà martedì ma che noi anticipiamo a quest’oggi, a San Pietro, nella S. Messa delle ore 10.00. il segno che vogliamo valorizzare in questo momento è quello dell’unità nella Chiesa. La festa dei santi Pietro e Paolo ci ricorda che, sebbene siano moltissime le chiese locali, tutti siamo in comunione con quella di Roma e vogliamo guardare alla figura del Papa come ad un punto di riferimento costante per il cammino di fede.

Il Papa presiede all’universale carità e, come vescovo della Chiesa di Roma, è il punto di unione di tutti i credenti. Siamo noi tutti, i fedeli, che dobbiamo rivolgerci al Papa con quella stessa devozione che ebbero i primi fedeli per San Pietro.

Vivere la festa

Cosa dobbiamo fare per vivere bene questa festa?

  1. pregare per il papa. La scrittura, soprattutto gli Atti degli Apostoli, sono concordi nel mostrarci l’immagine di una chiesa sempre in preghiera per l’Apostolo Pietro. Così anche noi! Tocca noi essere uniti nella preghiera per il Papa, sempre, costantemente, chiunque esso sia. È la figura, è l’istituto che rappresenta un bene per la comunità dei credenti. Noi vediamo nel papa il successore di Pietro, il “dolce Cristo in terra”, come lo chiamava S. Caterina. È con questo affetto e con questa devozione che vogliamo pregare per lui.
  2. L’obolo di San Pietro. Da sempre, dall’epoca di Pietro, le chiese del mondo, i singoli fedeli hanno sostenuto Pietro economicamente. Comprendo le obiezioni del giorno di oggi: c’è davvero bisogno? Dove finisce l’obolo? Io non vorrei che le notizie, spesso distorte, dei quotidiani, impedissero la generosità. Ciò che conta davanti a Dio è l’intenzione. Ecco perché noi devolveremo comunque le offerte di questa domenica all’obolo di San Pietro. Lo facciamo in segno di unione. Lo facciamo in segno di carità. Lo facciamo in segno di amore. Se qualcuno sbaglierà nel gestirlo, sarà responsabilità della sua coscienza davanti a Dio! Noi, credo, non vogliamo essere chiusi di cuore e non vogliamo trattenere egoisticamente nelle nostre mani quello che può essere condiviso per il bene di tutti.
  3. La visita a Roma, ad Petri sedem… Certo non ora, ma il pellegrinaggio “ad Petri sedem” è una delle realtà più belle da vivere nell’esperienza cristiana. Non certo ora, ma mettiamoci già il desiderio di essere coinvolti in una “peregrinatio”. Vedere il papa è già vedere Cristo!

Il vostro parroco,