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II° Domenica dopo Pentecoste

Rileggere la storia della salvezza.

Come sappiamo, nel tempo dopo pentecoste, la sapienza della chiesa, ci invita a rileggere tutta la storia della salvezza, a partire dalla creazione per giungere all’incontro con Cristo, vivo nell’esperienza  della Chiesa, in attesa del suo ritorno glorioso.

Sapienza e creazione.

Mentre ci dirigiamo verso la fine di questo anno pastorale nel quale abbiamo approfondito il Siracide, la liturgia, nella prima lettura di oggi, ci invita proprio attraverso il sapiente antico a considerare l’opera della creazione. Opera non solo mirabile. ma anche ordinata e perfetta, opera nella quale nulla è contro un’altra. Opera che risponde direttamente a Dio, perché da lui viene.

La provvidenza.

A questo invito allo stupore fa eco la predicazione di Gesù, che invita a confidare nella provvidenza, che altro non è che quell’attitudine di Dio di prendersi cura di ogni cosa con la sua sapienza e con il suo amore. È dalla contemplazione del creato e dal sapere che nulla è abbandonato da Dio che nasce la serenità del credente. Serenità di chi affronta le cose e i problemi della vita non da solo, perché sempre la paterna vicinanza di Dio lo accompagna.

Noi e la creazione.

Viviamo in un tempo di grandissima attenzione al creato, al rispetto del pianeta, e si moltiplicano gli inviti per un cambio di atteggiamento personale, perché lo stile di vita dell’uomo non sia a danno di altri uomini e del pianeta stesso. Inviti che ci vengono sia dalla riflessione laica che dalla Chiesa: basti pensare alla “Laudato sii!” di papa Francesco. Quale risonanza hanno in noi questi insegnamenti? Come cristiani, cosa stiamo facendo per cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia per avere ogni cosa in aggiunta?

Credo che possiamo vivere e insegnare almeno queste cose:

  • Diventiamo capaci di un vero atteggiamento di stupore di fronte a ciò che vediamo, riceviamo, sperimentiamo, viviamo… l’estate che inizia sia anche all’insegna di questo rinnovato stupore.
  • Impegniamoci per un rispetto generale alla creazione, che deve nascere dal desiderio di chi vuole corrispondere al dono di Dio;
  • Usiamo con modestia del creato, sapendo che non ne siamo i proprietari, ma solo i custodi. Il nostro stile di vita sappia appassionarsi allo stile dell’essenzialità di Gesù, paramento e riferimento per ogni credente.
  • Partecipiamo alla “sinfonia della creazione”. Anche noi abbiamo un posto nella creazione, un posto “speciale” come sentiremo domenica prossima. Chiediamo al Signore di farcelo occupare, nella responsabilità e nel rispetto di tutti.
  • Impariamo a credere di più nella provvidenza e, quindi, diventiamo solidali con i più poveri; progetto che si deve concretizzare nell’adesione a qualche realtà, a qualche esperienza, a qualche forma di vicinanza concreta in favore dei poveri.

Viviamo così questa domenica, ripensando al bene che ne verrà a ciascuno di noi.

Il vostro parroco,