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VII Domenica di Pasqua

In attesa dello Spirito Consolatore.

Anche questa domenica si configura come domenica di preghiera in attesa della Pentecoste, ovvero dell’effusione dello Spirito consolatore. Preghiera del Signore, ancora una volta, per tutti noi. Preghiera che chiede per tutti gli uomini di “essere custoditi dal maligno, di essere consacrati nella verità, di essere custoditi nel mondo”.

Il significato di alcune parole.

Che significato hanno queste parole per noi? Che senso suscitano dentro di noi? Certo, tutti sapremmo spiegare bene cosa significa essere custoditi dal maligno, dal momento che tutti, almeno quando preghiamo il Padre nostro, chiediamo di non “essere abbandonati nella tentazione”. Ma cosa significa che siamo “consacrati nella verità”? E che dobbiamo “essere custoditi dal mondo”?

Il significato è più difficile e, tuttavia, abbastanza chiaro. Il Signore chiede ai suoi discepoli di non conformare la propria mentalità a quella che ogni tempo porterà con se. Il battezzato, proprio perché riceve lo Spirito Santo, acquisisca anche una grande capacità di discernimento. Egli sa che nel mondo il suo compito sarà sempre quello di non appiattirsi a quello che pensano per lo più tutti, ma dovrà essere fonte di alternativa. Il credente che invoca lo Spirito di Dio sa bene che non dovrà conformarsi al “secolo”, altrimenti perderebbe quello specifico cristiano che deve contraddistinguerlo.

Il credente sa anche che la Verità della vita è Cristo. Per questo, chi ha il dono dello Spirito Santo, vuole diventare testimone di questa verità e cerca di essere, nel mondo, un uomo, una donna che, con il suo modo di fare, di parlare, di agire, rimanda sempre a Cristo. Questo è il compito di ciascun credente. Lo spirito abilita a vivere questa verità: tutti siamo relativi a Cristo, tutti siamo chiamati a rinnovare la nostra mente, il nostro modo di agire e di operare, così che sia chiaro, nel mondo, che è solo lo spirito di Cristo che rinnova tutte le cose.

La testimonianza cristiana a cui siamo chiamati.

Il nostro compito deve essere questo! Imparare a non appiattirci al modo di pensare comune, ma avere sempre a cuore di pronunciare, di proclamare, di vivere, di testimoniare la verità di Cristo. La chiesa di oggi ha bisogno di laici formati e responsabili che, lasciando emergere i propri carismi, cioè quei doni che lo Spirito accende in ciascun uomo, sappiano creare un modo di pensare differente da quello che emerge, per lo più, nelle società degli uomini.

La Pentecoste, alla quale ci stiamo preparando nei giorni feriali con la riscoperta di quella “sapienza che viene dall’alto” e che si esprime nei 7 doni dello Spirito, ci chiede questo!

Sapremo essere all’altezza di questo compito? Sapremo essere testimoni credibili di un rinnovamento che deve coinvolgerci tutti?

Lo saremo solo se anche noi ci immergeremo in quella preghiera che salva, che illumina, che spinge alla pace. La mia raccomandazione è che si viva bene questa settimana,: invocate lo Spirito Santo, chiedete i suoi 7 doni, pregate perché lo Spirito diventi il protagonista della vita di ciascuno di noi e ci spinga tutti a riconoscere il dono che viene da Dio. Commenteremo, seguendo le letture della Messa, tutti e 7 i doni dello Spirito (troverete questa meditazione nella sezione liturgia e catechesi del sito). Sia questa preghiera che sa contraddistinguerci in questa novena allo Spirito Santo.

Il vostro parroco,