È un invito a «concentrarsi sull’essenziale» quello arrivato dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che domenica 27 dicembre, festa di san Giovanni evangelista, ha presieduto la messa solenne nella chiesa di San Giulio appena restaurata.

«L’essenziale, il cuore della vita cristiana, il fondamento della speranza del mondo è Gesù» ha sottolineato il presule davanti alle centinaia di fedeli che, nel rigoroso rispetto delle norme legate all’emergenza sanitaria, hanno gremito la parrocchiale o hanno seguito in diretta la celebrazione dal cinema teatro Auditorio e dalla cappella dell’oratorio oppure in collegamento streaming dalle proprie abitazioni. «Che cosa hanno da dire i cristiani in questa situazione tribolata, drammatica, confusa?» si è domandato il pastore della Chiesa ambrosiana, indicando la risposta nel mistero del Natale, che «invita a concentrarsi su Gesù e sulla salvezza che in Lui è donata»: è questo che, ha spiegato l’arcivescovo, libera «dalla confusione», ma anche «dalla banalità».
Ecco perché, ha concluso, «questa celebrazione è l’occasione per sentirsi inviati in ogni ambiente, in ogni giorno dell’anno a essere coloro che recano un lieto annuncio di bene. Gesù è Signore: nella confusione si riconosce una luce, nella banalità si inserisce un richiamo all’essenziale, a quello che è necessario perché la nostra gioia sia piena». Un richiamo ben presente proprio all’interno della chiesa cassanese, nella quale, ha osservato l’arcivescovo, «da qualunque parte si volga lo sguardo, si incontra il Cristo crocifisso. Che cosa dice questa chiesa? Dice: “Gesù è Signore, ti ha salvato con la sua croce e la sua risurrezione”».
Delpini, nel corso della sua visita, ha avuto modo di apprezzare i lavori eseguiti in San Giulio e illustrati dal parroco don Andrea Ferrarotti che, affiancato sull’altare dagli altri sacerdoti di Cassano Magnago, ha ricordato le antiche origini della parrocchiale, testimoniate dai resti delle ex chiese, la prima delle quali datata almeno al VI secolo e costruita sulle rovine di un precedente insediamento tardo-romano: ciò avvalora la tesi che il luogo di culto sia ancora più antico e «risalga proprio all’opera evangelizzatrice di san Giulio», sacerdote vissuto nel IV secolo e impegnato nella costruzione di chiese «nel contesto dell’editto di Teodosio». Oltre a essere dunque la chiesa madre della città, ha precisato ancora don Andrea, la parrocchiale del centro è anche «il primo tempio dedicato al santo nell’intera nostra arcidiocesi». Non è un caso se San Giulio viene, «da tempi immemorabili, denominata “basilica”, benché non consti ufficialmente il riconoscimento di questo titolo. Si sa, Eccellenza: “Vox populi, vox Dei”». Da qui la speranza, questa la richiesta del parroco all’arcivescovo, che «la sapienza di Vostra Eccellenza voglia magari provvedere a quanto storicamente non è avvenuto».
A rappresentare le istituzioni cittadine il vicesindaco Osvaldo Coghi, il presidente del consiglio comunale Pietro Ottaviani e altri amministratori.
Dopo aver accolto arcivescovo, la comunità pastorale attende ora il vicario episcopale di Varese, monsignor Giuseppe Vegezzi, che sarà presente il giorno dell’Epifania: il vescovo ausiliare di Delpini presiederà la messa solenne delle 11.15 in San Giulio, parrocchia di cui, nel 1994, è stato coadiutore per un breve periodo.

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