La sapienza dell’unità.
Capita…
Capita, nelle comunità pastorali migliori, di sentir dire: “Signor Parroco, perché facciamo sempre tuto in questa chiesa e non in quell’altra?”. Capita, nelle comunità pastorali migliori, di sentir dire: “Signor Parroco, non dice niente al suo coadiutore che è sempre nell’oratorio centrale?”. Capita, nelle comunità pastorali migliori, di sentir dire: “Signor Parroco, ma perché e chi ha detto che una chiesa è principale rispetto ad un’altra?”. Capita, nelle comunità pastorali migliori, di sentir dire: “Signor Parroco, ma perché non c’è più un parroco per parrocchia? Siete qui in tre, non potevate prendervi ciascuno la sua chiesa?”. Capita, nelle comunità pastorali migliori, di sentir dire: “Signor Parroco, qui si distrugge tutto, e per cosa? Per una comunità pastorale che non si sa bene cosa sia!”
La sapienza dell’unità: profezia e compito.
Capita di dire queste cose a chi non ha la sapienza dell’unità. Capita di dire queste cose a chi non ha capito che ciò che occorre è cercare il Signore e “il pane di vita che non perisce”. Capita a chi non ha capito che l’unità è una profezia e un compito. Una profezia che riguarda il futuro perché l’unità va sempre costruita, ricercata, edificata guardando avanti e non indietro. Compito, perché tocca a quelli di una generazione e non a quelli di un’altra; ad alcuni uomini e non ad altri; è per alcuni tempi e non per altri. La sapienza dell’unità è compito e profezia.
La sapienza dell’unità: i segni.
La sapienza dell’unità richiede dei segni, perché l’uomo ha bisogno di segni per comprendere, deve vedere alcune cose per appassionarsi alle realtà. Come fece anche il Signore Gesù: prima ebbe a moltiplicare i pani e poi ad istituire il Sacramento. Senza quel segno non avrebbero capito. Ma, successivamente, senza quel Sacramento, non avrebbero resistito nelle cose della vita, come diciamo anche noi: senza Eucarestia non potremmo resistere nelle diverse cose della nostra vita spirituale.
Il segno, per noi, oggi.
La nostra comunità pastorale osa proporre un segno. Domenica 27 settembre, ricordando San Maurizio, celebrando le festa degli oratori, nella fatica della ripresa del tempo presente, celebreremo la S. Messa domenicale per la comunità pastorale alle ore 10.00 nel Parco della Magana. Sono per questo sospese le S. Messe delle 9.30 e 11.15 in San Giulio; delle ore 10.00 e 11.30 in San Pietro e Santa Maria. Una S. Messa per famiglie: tutti i congiunti di una famiglia sono invitati a portare un telo da pic-nic e a sedersi sul prato. Riusciremo così ad osservare le regole anti-covid di distanza e permetteremo alle famiglie di rimanere unite. Insieme con la città, nelle sue più alte rappresentanze, cercheremo di dare un segno di unità, perché come ha detto papa Francesco: “da un’epidemia si esce insieme e non da soli… da un’epidemia si esce o migliori o peggiori, non si esce uguali a prima”. Come vuoi uscire tu? Come vuoi far uscire la tua famiglia? Lo sapremo domenica prossima, con la risposta che daremo, vivendo un segno, profezia di unità, compito per il presente.
Il vostro parroco,