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“Pensare” è un verbo difficile. Noi “pensiamo” molte cose, alcune delle quali vengono poi comunicate in diversa forma, a diverso titolo, in una molteplicità di modi, mentre altre rimangono confinate nella nostra mente. Lo sforzo del “pensare” è ciò che fa dell’uomo un “uomo”, un soggetto che, con il proprio essere “immagine e somiglianza di Dio”, e con l’uso di quelle facoltà e carismi che derivano da Lui, prova ad interagire con il mondo.

Ri-pensare il tempo in cui viviamo.

Questo sforzo continuo del pensare è richiesto a tutti noi anche nella particolare situazione in cui viviamo. Poiché il modo di vivere è stato fortemente mutato da quanto abbiamo vissuto in questi mesi e stiamo ancora vivendo, occorre, da parte di tutti, uno sforzo di pensiero per imparare a progettare di nuovo, ovvero a ripensare, modi di vivere, di muoversi, di radunarsi rispetto a quelli che erano diventati la normalità delle nostre condizioni di vita. Lo sforzo del pensiero appartiene a tutti e deve essere svolto da tutti, non certo solo da coloro che vengono presentati come “esperti” o da coloro che sono deputati per via del loro compito all’interno della società. Dunque tocca a noi come uomini e donne di questo nostro tempo, compiere questo sforzo!

Pensare: andare oltre le paure.  

Tutti i grandi cambiamenti che, nella storia, l’uomo ha vissuto, hanno prodotto delle paure. Del resto non siamo noi i primi ad affrontare una pandemia! Altri, prima di noi e con mezzi molto differenti dai nostri, lo hanno già fatto. Così come altri hanno affrontato una guerra e le sue conseguenze, altri hanno affrontato cambiamenti di epoca e, conseguentemente, modi di fare, vivere, pensare, e perfino di interpretare e vivere la fede. Non può che essere così: è la storia stessa dell’uomo che lo richiede. Tutti coloro che hanno affrontato prima di noi problemi di questa portata, si sono dovuti incontrare o scontrare con il tema della paura. Le paure sono dentro di noi, alcune sono inconsce, altre nascono da fatti o eventi con cui può essere entrata in contatto la nostra vita. Le paure sono, per lo più, sentimenti irrazionali: si oppongono all’arte del pensare. Ecco perché tocca a noi fare quello sforzo di pensiero che è necessario per vincere qualsivoglia paura che è dentro di noi. 

Alcune paure. 

Forse abbiamo paura che la vita non sarà più quella di prima in tutti i suoi aspetti. Forse abbiamo paura di ammalarci, o di perdere il posto di lavoro, o di non finire gli studi, o di vivere in un modo che sarà diverso da quello che abbiamo conosciuto… Forse abbiamo paura di incominciare di nuovo ad incontrare persone, abbiamo paura di pensare a come sarà la scuola dei nostri figli e l’organizzazione della vita; abbiamo anche paura di riprendere quella vita sociale che di colpo è stata sospesa e che non può certo ripartire di colpo, quasi che ci sia un interruttore “on-off” anche per queste cose. Tra queste paure ci può essere anche quella legata alla vita ecclesiale, al ritrovo per la S. Messa, o al mandare il proprio figlio in oratorio, o al partecipare alle diverse attività ecclesiali (penso soprattutto agli adolescenti e ai giovani in vista dell’estate)…

Cosa fare di fronte alle paure?

  1. Credo che la prima cosa sia quella di ammetterle. Ammettere che abbiamo una paura è già un modo per tematizzare ciò che si muove dentro di noi. 
  2. Non agire solo emozionalmente, come, ormai da diverso tempo, siamo abituati a fare e come, del resto, vediamo fare attorno a noi. È questo agire emozionale che porta anche ad un susseguirsi di norme che sono l’una in contrasto con l’altra. 
  3. Fermarsi a pensare, come sforzo dell’intelligenza, come tentativo di andare oltre le emozioni che si muovono dentro di noi. 
  4. Non prendere nessuna decisione, specie quelle rilevanti per la vita, perché costretti dalla paura. Sarebbero tutte decisioni sbagliate! Non ve lo dico io, ma il metodo per il discernimento degli spiriti di Sant’Ignazio di Loyola. 
  5. Leggere, studiare, parlare, dedicarsi al confronto, perché a volte vedere il problema da diverse angolature fa bene.
  6. Siamo cristiani: lo Spirito della paura non deve essere in noi! I cristiani sono gente seria, gente che ama, quindi osa, progetta, guarda oltre, immagina. si lascia avvincere dallo Spirito che non porta mai a nessuna paura, caso mai le risolve, le abbatte, le vince, le toglie!
  7. Impariamo a progettare insieme il futuro non solo personale, ma anche di comunità. 

È in questa linea che si sono già ritrovati e si troveranno ancora il Consiglio Pastorale della Comunità, il Consiglio degli oratori, la Commissione per la riapertura al culto delle Chiese e per le proposte estive di questo 2020. E’ un modo con cui vogliamo ascoltare il parere di tutti, soprattutto vogliamo cercare quel coinvolgimento dei laici che è assolutamente indispensabile sempre, ma soprattutto in un momento di crisi e di emergenza come questo. Mentre abbiamo già avuto alcune idee, mentre stiamo verificando alcune dimensioni che sono emerse dalla discussione tra noi, attendiamo anche le linee guida che sono allo studio nella nostra nazione e che verranno date. 

Un invito.

Per questo io invito ad essere prudenti, che è una virtù, ma non disfattisti, tristi, pessimisti. 

Invito a pensare, e non ad attendere che gli altri facciano lo sforzo, rinunciando alla facoltà che è di ciascuno. 

Invito a sognare il tempo in cui potremo trovarci in chiesa per la Messa, in oratorio per la vita comune, a teatro e al cinema per la vita culturale, sui campi da gioco per la vita sportiva, attorno ad un tavolo per una mensa di condivisione. Invito a sognare per imparare a pensare. 

Invito a non essere bloccati dalla paura: ma cosa succederà? ma come sarà? Nel rispetto delle regole che abbiamo, attenti ai segni che emergeranno, siamo chiamati a vivere, non a sopravvivere o a vivacchiare!

Siamo a 100 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II: chi di noi non ricorda il suo invito: “non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!”. Avevo 8 anni quando lo vidi per la prima volta da quella finestra sempre spalancata sul mondo. Me lo ricordo ancora!

Facciamo nostro questo invito, impariamo a non avere paura!

Anche per la vita della nostra comunità.

Arriveranno le indicazioni pratiche, ma è chiaro che appena si potrà riprendere la vita sacramentale, tutti siamo invitati a spegnere i nostri strumenti e a venire ad incontrare il Signore (tranne o casi particolari di malati etc, ovviamente!)

Tutti siamo invitati a riprendere le attività dell’oratorio, che ci saranno! Nel rispetto delle regole, in un oratorio feriale diverso da quello degli anni precedenti, ma ci saranno proposte adeguate!

Dunque, cari parrocchiani, cari fedeli e cari concittadini tutti, non abbiate paura! E imparate a pensare, sognare, comunicare, condividere. Così la Chiesa diventa grande! Così la Chiesa diventa Santa!

Così muta una società.

In meglio! Perchè dove si pensa e dove si vince la paura, nascono solo cose belle!

Il vostro parroco,